Quando il crimine è opera del cervello > 29.04.2013 «L’origine del crimine, la giustizia della giustizia sono i temi sviluppati nel saggio Il delitto del cervello, di Andrea Lavazza e Luca Sammicheli. Le fondamenta del sistema giuridico potrebbero cambiare […]
Il delitto è scritto nel cervello? > 03.08.2012 «Si diventa killer per una fragilità del cervello? La domanda è “politicamente scorretta”, perché richiama il contestato Cesare Lombroso (il museo che Torino gli ha dedicato è al centro di aspre critiche) e con lui l’idea che esista un profilo biologico del criminale. Eppure qualcuno legge così la sentenza del maggio 2011 (definita “storica”), del giudice del tribunale di Como Luisa Lo Gatto, che ha condannato Stefania Albertani a vent’anni di reclusione, anziché all’ergastolo, perché l’ha ritenuta parzialmente incapace di intendere e di volere sulla scorta della perizia psichiatrica, rafforzata da indagini sul suo cervello e dall’esame del suo patrimonio genetico».
Se il crimine è “malattia”, a cosa serve la giustizia? > 28.06.2012 “Più si approfondiscono gli studi sul cervello, più diventa labile il concetto di capace di intendere e di volere. E c’è il rischio di un ritorno lombrosiano”: così inizia l’articolo di Matteo Sacchi apparso oggi su Il Giornale, che parla del libro di Andrea Lavazza e Luca Sammicheli “Il delitto del cervello”.
Quando la mente può diventare un’arma da fuoco (giugno 2012) > 05.06.2012 L’Eco di Bergamo recensisce Il delitto del cervello di Andrea Lavazza e Luca Sammicheli, un libro che ci spiega come la ricerca neuroscientifica stia oggi sempre di più mettendo in discussione l’immagine di uomo adottata dal diritto, quella cioè di persona libera, razionale, consapevole e padrona delle proprie azioni e ci spinge a riflettere su quali possano essere le ricadute giuridiche, filosofiche e sociali di una questione così delicata e complessa.
La colpa ai tempi della fMRI > 02.05.2012 “Dopo i test proiettivi e della personalità, sempre più perizie legali saranno supportate dalle tecniche di neuroimmagine. Sarà questo il possibile traguardo di un percorso iniziato da una ventina d’anni, alla fine del quale il colpevole di un delitto potrebbe tentare di scagionarsi sostenendo: “non sono stato io, ma il mio cervello”.
La colpa? E’ del mio cervello (aprile 2012) > 10.04.2012 “Non sono stato io, è stato il mio cervello”.Herbert Weinstein, accusato di aver ucciso la moglie, si è difeso così davanti al giudice durante il processo. Il suo avvocato gli ha portato le prove di una menomazione alla membrane aracnoide che poteva renderlo non responsabile della sua condotta.Si può valutare se un imputato è colpevole o meno in base a tecniche di osservazione e screening del cervello, come i nuovi strumenti di neuroimmagine, e stabilire se fosse in grado di intendere e volere al momento dell’omicidio?
I delitti della mente (aprile 2012) > 04.04.2012 Il Secolo XIX pubblica un estratto del libro di Andrea Lavazza e Luca Sammicheli, I delitti del cervello. In un libro le nuove proposte poste dalle neuroscienze: la violenza non è solo consapevole. […] Chiamiamolo John. Era un tranquillo insegnante della virginia. Forse non il marito migliore nè il padre migliore, ma certamente no un minaccioso pervertito che suscitasse diffidenza e allarme nei familiari e nei conoscenti. All’improvviso cominciò a manifestare comportamenti sessualmente disturbati e un’eccessiva attenzione a immagini e contenuti eccitanti. John in alcuni momenti non “sembrava più lo stesso”.
Se le neuroscienze riscrivono il diritto (2 aprile 2012) > 02.04.2012 Il delitto nel cervello di Andrea Lavazza e Luca Sammicheli su Repubblica di oggi in una bella recensione dal titolo “Se le neuroscienze riscrivono il delitto” di Giuliano Aluffi.