L’Eco di Bergamo recensisce Il delitto del cervello di Andrea Lavazza e Luca Sammicheli, un libro che ci spiega come la ricerca neuroscientifica stia oggi sempre di più mettendo in discussione l’immagine di uomo adottata dal diritto, quella cioè di persona libera, razionale, consapevole e padrona delle proprie azioni e ci spinge a riflettere su quali possano essere le ricadute giuridiche, filosofiche e sociali di una questione così delicata e complessa.
I progressi delle neuroscienze porterebbero il cervello a «uccidere la mente», ovvero a prendere il posto dell’«io», inteso come entità persistente a cui attribuire l’origine e la responsabilità delle azioni volontarie. In questione, dunque, non sarebbe più solo l’imputabilità degli autori di gesti efferati. […] Piuttosto, con uno slittamento dalla devianza alla regola, sempre più spesso si fa ricorso a un argomento del tipo: «Non l’ho fatto io, ma le mie sinapsi».