Vittorio Marchis su Repubblica (luglio 2012) > 04.07.2012 Ieri Repubblica ha dedicato un articolo a Vittorio Marchis, autore per noi di Codice di 150 (anni di) invenzioni italiane, libro che racconta la storia del nostro Paese seguendo quella […]
Non lavo dunque sono: storia della lavatrice, il progresso dentro casa (giugno 2012) > 25.06.2012 In un bell’articolo di Anna Meldolesi, apparso ieri sul Corriere La Lettura, viene analizzata la storia della lavatrice come oggetto di liberazione della casalinga, la sua forza prorompente di “miracolo del progresso” e di “tappa decisiva per l’emancipazione”. Vengono citati Miriam Mafai, che una volta disse “Non capisco perché il pensiero femminista sia sospettoso nei confronti della tecnoscienza. A liberarci è stata la lavatrice”
Moka, l’Italia che resiste all’assalto dell’ultracaffè (giugno 2012) > 18.06.2012 Un articolo su La Stampa racconta la storia della moka, la tradizionale macchinetta per il caffè che ancora oggi è la più usata nelle case degli italiani. “Delle invenzioni italiane”, ci ricorda l’articolo “è ancora la più usata di tutte, tanto da meritare, nella versione cappucciniera, la copertina del volume 15o (anni di) invenzioni italiane, di Vittorio Marchis”.
[Invenzioni geniali ieri come oggi – marzo 2012] > 02.03.2012 Su Confidenze del 3 marzo, Isabella Colombo racconta le invenzioni italiane che hanno cambiato non solo la vita degli Italiani, ma anche del resto del mondo. Una recensione molto ben curata e dettagliata del libro di Vittorio Marchis, 150 (anni di) invenzioni italiane.
[150 (anni di) invenzioni italiane – Febbraio 2012] > 01.03.2012 Il libro di Vittorio Marchis, 150 (anni di) invenzioni italiane è stato presentato nella rubrica del TG1 “Billy” (Rai Uno) del 26 Febbraio 2012. Per accedere al video completo cliccate sull’immagine qui sotto. Il libro è presentato da minuto 2’55” al minuto 3’13”. Buona visione!
[Dialogo TV – 150 (anni di) Invenzioni italiane – 20 febbraio 2012] > 21.02.2012 Vittorio Marchis intervistatoda Dialogo TV e presentazione del libro “150 (anni di) invenzioni italiane” Il video dell’intervista è disponibile alla seguente URL: http://www.dialogotv.it/notizia/DESIGN_MADE_IN_ITALY_150_ANNI_DI_BREVETTI.aspx (segnalazione del 22 febbraio 2012)
[La Stampa – 150 (anni di) invenzioni italiane – gennaio 2012] > 23.01.2012 «Niente è più importante che osservare le fonti delle invenzioni. Sono più interessanti delle invenzioni stesse». A pensarlo non era uno qualunque ma Gottfried Wilhelm von Leibniz, uomo geniale vissuto in Germania a cavallo del Seicento e Settecento, precursore dell’informatica e padre della prima calcolatrice meccanica. Perciò vale davvero la pena seguire il suo consiglio. Ma a Torino gli inventori esistono ancora?
[il Venerdì – 150 (anni di) invenzioni italiane – novembre 2011] > 18.11.2011 Una nazione contadina che aggredisce il futuro a colpi di ingegno e stile, sorretta da una figura, quella dell’inventore, che da genio artigiano diventa sempre di più cervello d’impresa: è il ritratto del Belpaese che emerge da 150 (anni di) invenzioni italiane di Vittorio Marchis, docente di storia dell’industria italiana al Politecnico di Torino.
[Corriere della Valle – 150 (anni di) invenzioni italiane – novembre 2011] > 11.11.2011 D’accordo, oggi come oggi la nostra Italia non è proprio sugli scudi… ma il genio italico è ancora bene attestato. Dalla “Vespa” all’ombrello, dalla caffettiera all’aliscafo, sono numerosissimi i brevetti che hanno creato autentiche tappe storiche. L’elenco sarebbe troppo lungo da trascrivere: dovrei citare la mitica “Cinquecento”, piuttosto che la lampada “Parentesi” di CASTIGLIONI, per non parlare dei vari modelli di macchine per scrivere Olivetti. E che dire, allora, del forno da cottura?
[La Repubblica – 150 (anni di) invenzioni italiane – novembre 2011] > 06.11.2011 Be it Known. Inizia così l’articolo di Gianluigi Ricuperati su La Repubblica, che recensisce il libro di Vittorio Marchis, 150 (anni di) invenzioni italiane. Il giornalista ci ricorda che inizia così anche la formula di archiviazione di tutti i brevetti presso il Patent Office degli Stati Uniti.
[Il Giornale – 150 (anni di) invenzioni italiane – Novembre 2011] > 05.11.2011 Italiani, popolo di inventori. Ma anche di smemorati. Dimentichiamo infatti che alcune delle invenzioni più importanti e utili della storia le dobbiamo a nostri connazionali. A cominciare dall’ombrello, la pompa per gonfiare le gomme della bicicletta, la matita con il serbatoio per le mine di ricambio, la scatoletta per i Tic-tac, la gruccia per appendere le gonne (quella con i due ganci alle estremità).
[D di Repubblica – 150 (anni di) invenzioni italiane – novembre 2011] > 04.11.2011 Il velocipide, l’ombrello, il coltello da tavola, la bicicletta a motore e la scatola dei Tic Tac, sono solo alcuni dei 150 brevetti che Vittorio Marchis è andato a scovare al Patent Office degli Stati Uniti d’America e che ripercorrono 150 (anni di) invenzioni italiane.
[La Gazzetta del Mezzogiorno – 150 (anni di) invenzioni italiane – ottobre 2011] > 26.10.2011 Il primo brevetto concesso negli Stati Uniti a un italiano porta il numero 8417 (oggi i brevetti rilasciati negli Stati Uniti sono circa otto milioni) e la data del 17 ottobre 1851. Clemente Masserano vi descrive l’invenzione di una locomotiva mossa dalla forza di animali e spiega che l’energia motrice ottenuta dalla forza dei cavalli “costa” quindici volte meno di quella ottenuta bruciando carbone in una macchina a vapore.
[Il Secolo XIX – 150 (anni di) invenzioni italiane – ottobre 2011] > 26.10.2011 Che il nostro sia un Paese di navigatori è già stato più volte affermato, ma che gli esploratori si siano spesso più recentemente trasformati inventori è una realtà dimenticata. Quanto poi il mare e le esperienze della navigazione abbiano ispirato la scoperta di nuovi “trovati”, è questo il termine dell’invenzione in gergo burocratese, è tanto più vero per una regione come la Liguria e in particolare per Genova.
[La Stampa – 150 (anni di) invenzioni italiane – ottobre 2011] > 21.10.2011 “La Vespa, la caffettiera Bialetti, la Cinquecento, lo sappiamo; la lampada Parentesi di Castiglioni, la macchina da scrivere Olivetti, certo. Ma anche cose ignote come l’ombrello, il forno da cottura o, scusate, la nervatura che rende possibile la costruzione delle scarpe da donna con i tacchi alti (do you know Manolo Blahnik?). Senza quella non sarebbero esistite le dive hollywoodiane, e oggi non potremmo guardare, sgomenti, il décolleté smagrito di adolescenti Anni Ottanta”.
[Il Secolo XIX – 150 (anni di) invenzioni italiane – ottobre 2011] > 20.10.2011 Giovanni Gilardini artigiano piemontese di origini contadine, arriva a Torino a metà dell’800 per aprire un laboratorio per la produzione di ombrelli. Qualche anno dopo ha l’idea che cambierà la sua vita: realizzare un ombrello ad apertura automatica. Nel 1885 l’invenzione viene brevettata dal Patent Office, l’istituzione statunitense, creata dal presidente George Washington nel 1790 e ancora oggi tutela le invenzioni sul territorio USA.
[L’Avvenire – 150 (anni di) invenzioni italiane – ottobre 2011] > 02.10.2011 “La storia dei brevetti nel nostro paese è complessa, e vanta nobili origini. Il 19 marzo 1474, nella Repubblica di Venezia, venne proposto lo Statuto dei brevetti, appoggiato da queste parole: “Abbiamo fra noi uomini di grande ingegno, atti ad inventare e scoprire dispositivi ingegnosi: ed è in vista della grandezza e della virtù della nostra città che cercheremo di far arrivare qui sempre più uomini di tale specie ogni giorno”.