Vittorio Marchis su Repubblica (luglio 2012)

La Repubblica

Ieri Repubblica ha dedicato un articolo a Vittorio Marchis, autore per noi di Codice di 150 (anni di) invenzioni italiane, libro che racconta la storia del nostro Paese seguendo quella dei brevetti depositati dagli inventori italiani presso il Patent Office degli Stati Uniti.

L’autore come i suoi inventori: Marchis ci racconta come la curiosità per il genio, la tecnica e la creatività non lo abbandonino mai. Per farlo ha aperto le porte del suo laboratorio-museo o, come lo chiama lui, della sua stanza degli orrori, dove lavora per “traghettare la memoria nel futuro”. E le incredibili storie di inventori e artigiani di “150 (anni di) invenzioni italiane” con cui ha attraversato gli anni dell’Italia unita hanno reso omaggio a questa curiosità che spesso conduce al talento e alle grandi scoperte.

Tra marchingegni antichi, vecchi telefoni, e duecento computer (bisogna essere precisi nel documentare la storia e toccare con mano, se si può) sorveglia per noi che non si perdano pezzi di storia per strada.
Si può essere complessi senza essere complicati. Si può essere un uomo essendo dieci personalità, ciascuna proiettata a inseguire i più svariati interessi. Vittorio Marchis, docente di Storia della tecnologia e Storia della cultura materiale al Politecnico di Torino, è così: un talento enciclopedico, un’apparente contraddizione in termini, in cui convivono ambizioni rinascimentali e soluzioni post-moderne“.

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