[il Venerdì – 150 (anni di) invenzioni italiane – novembre 2011]

“Una nazione contadina che aggredisce il futuro a colpi di ingegno e stile, sorretta da una figura, quella dell’inventore, che da genio artigiano diventa sempre di più cervello d’impresa: è il ritratto del Belpaese che emerge da 150 (anni di) invenzioni italiane di Vittorio Marchis, docente di storia dell’industria italiana al Politecnico di Torino. Marchis ha passato in rassegna i brevetti italiani registrati dal 1851 a oggi al Patent Office americano, unica istituzione dotata di un database unificato che ricopra un arco temporale così ampio”.

Giuliano Aluffi, sulle pagine de il Venerdì di Repubblica, scrive così del libro di Vittorio Marchis.