“Così Morozov ci costringe a mettere in discussione il nostro rapporto con la tecnologia” – Il commento di Vittorio Bo

61 - Morozov_115x180_DEFAncora una volta, con la sua straordinaria effervescenza sostenuta da un’indubbia qualità della sua scrittura e dei contenuti, Evgeny Morozov ci costringe a fermarci e ad affrontare uno dei temi più importanti della contemporaneità. Nonostante la sua giovane età, in “Silicon Valley: i signori del silicio” (VAI ALLA SCHEDA-LIBRO) dimostra una capacità critica assolutamente non convenzionale. Come non convenzionale è stata la sua vita finora: enfant prodige esperto di geopolitica, un passato da attivista in numerose organizzazioni non governative e ricercatore a Stanford, si è buttato nella rete della Rete con il suo spirito dissacratore, rivelando fin da subito – e senza mezzi termini – la sua posizione fortemente critica nei confronti della società d’oggi. Una posizione che, forse, sarebbe necessario avere in tanti ambiti della nostra vita.
C’è un senso diffuso che considera la tecnologia, e internet in particolare, un mantra in grado di risolvere tutti i nostri problemi. Ma, se da una parte, le tantissime e diverse forme di condivisione hanno reso il web uno strumento imprescindibile nella nostra quotidianità, dall’altra ne hanno rivelato anche i numerosi lati oscuri intrinsechi. Evgeny Morozov - L'ingenuità della reteIl primo libro di Morozov, “L’ingenuità della rete”, metteva al centro del discorso proprio queste ombre: il vero rischio è quello di non riuscire più a vedere altro che l’illusorio benessere portato “senza costi aggiuntivi” dai colossi hi-tech. Come in una sorta di Grande Fratello dove siamo tutti abilitati a essere connessi gli uni con gli altri, ma che nasconde molto di più. In un’epoca di indiscussa sacralità della Rete, Morozov attacca i piani alti del potere e diventa così la voce fuori dal coro che arriva e guasta la festa. Non c’è solo il sistema intelligente e aperto creato dai primi pionieri del web e teorizzato da Tim Berners Lee: Google, Amazon, Facebook e tutti gli altri giganti della Silicon Valley hanno scardinato e riscritto le regole del capitalismo.
Evgeny Morozov - Contro Steve JobsUna teoria che Morozov riprende anche nel suo secondo libro, “Contro Steve Jobs”, dove l’intento non è tanto demolire polemicamente un uomo diventato mito, quanto mettere in crisi la convinzione secondo cui il suo rivoluzionario lascito è diventato un’intoccabile icona del tardo Novecento. “Per buona parte degli ultimi dieci anni la Apple non ha venduto solo prodotti; ha venduto una terapia basata sulla tecnologia”, scrive nel saggio. Jobs, spiega Morozov, ha inventato una cura straordinaria in termini di marketing prima ancora di creare prodotti unici nel design e utili. C’è poi il grande tema di quanto questo abbia influito sul sistema economico, un sistema sempre più nelle mani dei sempre più ricchi. Gli esorbitanti numeri in Borsa ci danno il senso di quanto sia prosperata Apple dagli Anni Novanta, della trasformazione radicale che oggi continua senza sosta passando per Uber, Airbnb e tutte le startup cresciute a dismisura nel giro di pochi anni. Morozov ci mette in guardia di fronte a questo cambiamento profondo e radicale: ci dice “stiamo attenti”, “cerchiamo di essere vigili”. Estremizza il tema – a lui molto caro – della libertà, porta il discorso sulla polemica spinta, ci provoca. E ci costringe a riflettere.
Silicon Valley: i signori del silicio” continua il percorso che abbiamo intrapreso già da diversi anni sul tema degli effetti sociali ed economici di Internet e dello sviluppo tecnologico. Dalla nuova era digitale raccontata da Clay Shirky  alla “solitudine collettiva” svelata da Sherry Turkle, dall’entusiasta analisi futuristica dei mercati di Chris Anderson all’adattamento culturale imposto dall’avvento del digitale spiegato da Luca De Biase, fino alla critica della democrazia 2.0 di Fabio Chiusi (che ha anche tradotto l’ultimo libro di Morozov), Codice Edizioni è sempre stata attenta a questo tipo di dinamiche, proiezioni e discussioni. La collana Tempi moderni nasce con l’intento di rappresentare in modo sempre aperto e critico alcune delle tematiche attuali più importanti e controverse. Vuole essere profondamente contemporanea, a partire dal nome volutamente ripreso dal film con Charlie Chaplin che, in anticipo su tutti, già 80 anni fa coglieva il senso dei cambiamenti storici con ironia e drammaticità insieme. Allo stesso modo noi vorremmo proporre uno sguardo sulla contemporaneità che sia intrigante, ma non gravato dal tipico senso di distanza troppo intellettualistico. Le chiavi di lettura della rivoluzione digitale sono molteplici e ognuna a suo modo affascinante: negli ultimi mesi Jon Ronson ci ha raccontato quelli che possono essere i danni provocati dalla forza brutale e dirompente della rete, tra poche settimane Salvatore Iaconesi e Oriana Persico come possiamo utilizzare i Big Data e le tecnologie open source per migliorare la nostra società, al servizio di tutti.

Vittorio BO, fondatore e presidente di Codice Edizioni

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