Per l’occasione, abbiamo preparato uno speciale che riunisce i nostri titoli a tema neuroscienze.
Qui il potete trovare il primo post.
Qui di seguito, ecco il secondo.
La felicità della ricerca. Le neuroscienze per stare bene, di Shimon Edelman.
La ricerca della felicità è da secoli un mantra per filosofi e letterati. Lo psicologo Shimon Edelman, partendo dall’immagine della mente come macchina complessa e stratificata che accumula sempre nuove esperienze, inverte gli elementi della formula per dimostrare che la felicità non sta tanto nel raggiungimento di un particolare stato esistenziale, quanto nell’incessante processo di crescita di tutti noi. Letteratura e filosofia fanno da ideale contrappunto, nelle pagine di Edelman, al ritratto della nostra mente disegnato in questi anni da scansioni e imaging cerebrali. La felicità della ricerca è un perfetto connubio tra rigore scientifico e approccio poetico e visionario; l’ultima, definitiva prova che oggi le neuroscienze sono in grado di offrire un importante contributo alla comprensione di noi stessi e della nostra vita.
Psicologia, neuroscienze, aneddoti, letteratura e filosofia; sono alcuni degli ingredienti che compongono questo libro che scandaglia, in sintesi e con chiarezza, il cuore delle domande che la vita quotidiana ispira a ciascuno di noi. In che modo il cervello cresce e cambia con l’avanzare del tempo? Perché ci ricordiamo eventi accaduti decenni fa come se fossero successi poche ore prima, ma non cosa abbiamo fatto l’altro ieri? Perché la nostra memoria a volte sembra lavorare bene e a volte no (e cosa succede quando funziona male)? Può la memoria, per mezzo di tecniche psicologiche e impianti cerebrali, essere migliorata, potenziata o addirittura manipolata? Una cosa è certa: senza memoria non potremmo guidare la macchina, parlare con chi ci sta intorno, leggere, lavorare, giocare. Non potremmo, in una parola, vivere.
Chi comanda? Scienza, mente e libero arbitrio, di Michael Gazzaniga.
Secondo un trend oggi dominante nelle neuroscienze, gli esseri umani sarebbero “macchine biologiche”, prive di libero arbitrio perché soggette alle leggi fisiche che governano il mondo. Michael Gazzaniga propone però una tesi in controtendenza: pensieri, percezioni, ricordi ed esercizio della volontà, seppur emergenti da eventi fisici e biologici, non hanno origine in un cervello isolato, ma nelle interazioni di molti cervelli. Una “comunità delle menti”, quindi, dove nasce e risiede la nostra coscienza. Ponendosi all’incrocio tra scienze cognitive, psicologia, etica e giurisprudenza, Chi comanda? stabilisce una relazione fra mente, cervello e comportamento alternativa a chi, sminuendo il concetto di personalità, identifica l’uomo con la sola attività cerebrale. E rappresenta l’importante tentativo di dare un senso a ciò che siamo.