Su Nòva “Il Sole 24 ORE” Luca De Biase indaga il tema delle conseguenze del Gdpr, in questo caso sulla portabilità dei dati e sulle sue possibili ricadute sui social network. Come sottolinea De Biase, «I social network non erano nati per diventare piattaforme con le quali decidere insieme agli altri del destino di una nazione, anche se hanno contribuito a farlo, non solo nel caso della Brexit. Si possono creare piattaforme pensate per migliorare la discussione e condurre l’intelligenza collettiva a produrre decisioni più informate e meditate? ». E conclude citando proprio la visione sull’intelligenza collettiva portato avanti da Geoff Mulgan, CEO di Nesta, nel suo ultimo lavoro, Big Mind.
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Big Mind. L’intelligenza collettiva che può cambiare il mondo accompagna il lettore in un viaggio alla scoperta dell’evoluzione dell’intelligenza collettiva, passandone al setaccio limiti e potenzialità. Perché le tecnologie smart non portano automaticamente a risultati intelligenti? Perché per risolvere le grandi sfide del nostro tempo è determinante il ruolo di una “mente aumentata” che sia il frutto della collaborazione tra le capacità umane e le potenzialità delle macchine. Big Mind rivela come l’intelligenza collettiva, se ben orchestrata, possa guidare le aziende, i governi, le università e le società a sfruttare al meglio il cervello umano e le tecnologie digitali. Descrivendo alcune tecnologie innovative (da Google Maps ai satelliti Dove) e le più recenti scoperte nell’ambito dei big data e dell’intelligenza artificiale, Mulgan racconta gli affascinanti esperimenti in cui la sinergia tra uomini e macchine ha portato a successi rivoluzionari o, a volte, anche a eclatanti insuccessi (come nel caso del rogo della Grenfell Tower di Londra, o della crisi finanziaria di un decennio fa), offrendo però importanti lezioni da imparare per il futuro.