Su Il Bo Live, Federica D’Auria recensisce il saggio di Alberto Piazza, Genetica e destino, quest’anno nella cinquina finalista al Premio Galileo. Il libro «ripercorre alcuni importanti momenti della storia del progresso nel campo delle scienze della vita – scrive D’Auria – per indagare le ripercussioni sociali delle più importanti scoperte in biologia e genetica, che hanno ispirato l’elaborazione di teorie filosofiche e la costruzione di nuovi paradigmi non solo scientifici ma anche culturali.»
«Una delle grandi domande che ha dovuto affrontare la filosofia, infatti, riguardava la misura in cui la nostra natura e il nostro destino siano in realtà già scritti nel nostro DNA.» Intervistato dal giornale dell’ateneo padovano, l’autore precisa «Il nostro DNA non detta il nostro destino, ed è questo il messaggio che ho cercato di trasmettere nel mio saggio, a partire dall’analisi di cosa sia il DNA e di quale sia il significato delle differenze genetiche tra individui.»
«La storia dell’evoluzione umana e quella della trasmissione dei caratteri culturali sono profondamente intrecciate tra di loro» prosegue D’Auria. «In Genetica e destino, infatti, il riferimento all’epigenetica è centrale nella confutazione del determinismo biologico.» «Il nostro sforzo – dichiara il genetista – dev’essere quello di unire i saperi per studiare l’evoluzione da vari angoli visuali e confrontarli, andando a vedere quali sono i motivi che hanno innescato determinati meccanismi evolutivi in ambiti diversi.»