L’Almanacco della Scienza del CNR recensisce Il botanico ubriaco di Amy Stewart.
Un libro che «unisce nel titolo l’ars miscelatoria propria dei baristi con quella degli studiosi di piante. Tra le due scorre un inatteso fiume di conoscenze in cui l’autrice naviga con esperienza. Il legame tra alcol ed erbe rimanda a una sapienza antica, la stessa nascita dell’alcol si situa negli alambicchi alchemici, poi la scuola salernitana e gli speziali medioevali hanno sfruttato il valore medicamentoso dei distillati, mentre l’apprezzamento per l’estasi che le bevande alcoliche producono affonda in varie radici culturali: dall’antica Grecia alle pratiche scoperte nel Nuovo Mondo, in quell’America che non a caso ha creato e diffuso i cocktail più famosi. Oggi l’umanità continua a raccogliere e studiare erbe e spezie per migliorare il piacere del bere e le tradizioni legate all’utilizzo delle diverse tecniche mutano in base alla geografia, alla materia prima disponibile, alle culture e alle conoscenze».
«L’autrice propone inoltre una guida per distinguere le oltre 150 specie vegetali che ritroviamo in molte ricette di cocktail. Chi ha voglia di mettersi alla prova come barista-botanico può apprendere come coltivare e utilizzare spezie, radici, semi, piante. »