Nell Freudenberger realizza un riuscito romanzo ricco di scienza, raccontando della fisica di successo Helen Clapp e della perdita della sua migliore amica. Questo lascia spazio a numerose riflessioni sulla scienza, sull’amicizia e su altri temi attualissimi come razzismo e sessismo: questo l’incipit della recensione pubblicata da Rivista Micron del romanzo Perduta e attesa pubblicato da poche settimane dalla nostra casa editrice.
È un romanzo in cui affetti e sensazioni sono legate a filo doppio con fenomeni fisici, così come lo sono anche le tre sezioni in cui è suddiviso il libro: Entanglement, Gravità, Indeterminazione. Da fisica, ho provato una forte immedesimazione in diversi punti della storia, cosa ancor più encomiabile dal momento che l’autrice è laureata in lettere. Per chi non ha seguito un percorso simile a quello della protagonista, credo possa essere interessante entrare di soppiatto nel punto di vista e nei ragionamenti di una scienziata, sperimentando insieme a lei la vita accademica, il funzionamento di un laboratorio, l’approccio razionale anche a cose che razionali non sono.
Helen e Charlie hanno finito per allontanarsi, con il passare degli anni, un destino che subiscono molte amicizie quando le rispettive carriere prendono direzioni diverse, chilometri “geografici” e non solo finiscono per mettersi in mezzo. Si potrebbe pensare che la morte rappresenti l’allontanamento definitivo, una distanza incolmabile, eppure per le due donne del libro non è così: “Nei primi mesi dopo la sua morte, Charlie si fece sentire sempre più spesso. La cosa era ancora più sorprendente di quanto potesse sembrare, perché Charlie non era brava a tenere i contatti, nemmeno da viva”. Helen e l’amica sembrano una coppia di particelle legate dall’entanglement, che, anche dopo essere state separate per sempre, “continuano a comportarsi come se ciascuna sapesse cosa pensa l’altra”.