«Il libro mantiene l’obiettivo di essere divulgativo, diventando in pratica una summa della storia della matematica, con approfondimenti formali nelle appendici molto ben scritti. Dedica a ciascuno degli elementi dell’identità lo spazio che merita e allarga l’orizzonte per mostrare quanto siano tutto collegato in modi che purtroppo la scuola non riesce sempre a fare. Interessante e piena di spunti la parte in cui affronta e sintetizza la contrapposizione tra chi considera la matematica pura scoperta e chi la considera una totale costruzione a cui solo gli esseri umani danno un senso, arrivando poi a mostrare quanto l’identità apparentemente astratta abbia avuto ricadute nella scienza applicata».
Su Fantascienza.com la recensione al saggio del pluripremiato scrittore scientifico David Stipp, L’equazione di Dio.
Bertrand Russell ha scritto che la matematica può stupire e ammaliare tanto quanto la poesia. E in effetti anche la fisica e la matematica sono sempre state viste come una forma d’arte, nonostante usino altri strumenti e altri sguardi: formule e serie numeriche al posto di parole, scalpelli e colori. Più di due secoli fa Eulero, matematico svizzero tra i più prolifici della storia, scrisse quella che è stata definita “l’equazione di Dio”, una formulazione stilisticamente semplice eppure profonda nel suo significato e nelle sue implicazioni, capace di creare un inaspettato legame tra cinque simboli alla base dell’analisi matematica. Da allora la formula di Eulero, considerata come la più bella di sempre, ha conosciuto un numero sterminato di applicazioni, dall’aritmetica di base agli interessi composti in economia, fino alla tecnologia che maneggiamo ogni giorno.