Su Internazionale, Giuliano Milani recensisce Di scienza e democrazia di Philippe Kourilsky.
Durante questa epidemia di coronavirus in molti hanno notato «come i paesi democratici stiano mancando l’occasione di ripensare attraverso gli strumenti di cui dispongono (parlamenti, leggi) a ciò che è necessario fare per il bene di tutti, ovvero al compito fondamentale della politica». In Di scienza e democrazia, Philippe Kourilsky «prova ad applicare alla democrazia “la scienza della complessità” con cui di solito analizza proteine e sistemi, per saggiarne la robustezza, ovvero “la capacità di continuare a funzionare adeguatamente anche in caso di eventi imprevisti”».
Un esperimento che individua i fini, i valori, le procedure e l’efficacia della democrazia, che propone anche «una lista di compiti volti a rilanciare quello che, attraverso un’iniezione di razionalità, potrebbe diventare, con buona pace di Churchill, il migliore dei sistemi».