La nuova smart city che mette al centro i bisogni dei cittadini contro l’egemonia delle big tech – Il Giornale delle Fondazioni

Il Giornale delle Fondazioni

«Passare dal capitalismo della sorveglianza, basato sull’estrazione continua e la monetizzazione dei dati personali dei cittadini, a un sistema capace di socializzare i dati concependoli come infrastruttura pubblica e sperimentare nuove forme di innovazione sociale e democratica, in modo da ripensare il welfare del futuro e i modelli economici sostenibili per le nostre città». Questa la sfida descritta dai due autori di Ripensare la smart city per una nuova idea di smart city, più sostenibile e partecipata, città di diritti digitali e non solo di servizi, come sta dimostrando il progetto pilota di Barcellona.

Francesca Panzarin consiglia su “Il Giornale delle Fondazioni” la lettura del nuovo saggio di Francesca Bria ed Evgeny Morozov, Ripensare la smart city, per riflettere sul ruolo chiave delle città in un’epoca in cui l’accesso ai dati costituisce una ricchezza che non deve essere monopolio esclusivo dei Big Tech.

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“Ripensare la smart city” di Francesca Bria ed Evgeny Morozov. Illustrazione in cover di Andrea De Santis.

L’aggettivo “smart” è la quintessenza dell’era digitale in cui viviamo, che ha promesso così tanto ma mantenuto così poco. Tutto sembra essere “intelligente”, dagli spazzolini da denti fino alle città, quelle smart cities che nell’ultimo decennio hanno conquistato l’immaginario collettivo e plasmato il lavoro di urbanisti, funzionari, politici e interi settori industriali. Sono però molte anche le critiche: lo scollegamento con i problemi reali della gente, la ricerca tecnocratica del dominio sulla nostra vita urbana, l’ossessione per la sorveglianza e il controllo, l’incapacità di pensare a strategie che mettano i cittadini – non le aziende o gli urbanisti – al centro del processo di sviluppo. Questo saggio analizza alcune delle critiche alle smart cities, e studia le connessioni tra le infrastrutture digitali che hanno riplasmato il paesaggio tecnologico delle città e i programmi politici ed economici che queste hanno intrapreso
o potrebbero intraprendere
a breve.

Dagli spazzolini da denti alla crescita, dalla casa alla città, oggi tutto sembra essere “intelligente”.

Un saggio lucido e tagliente su uno dei concetti più usati (e abusati) di questo inizio di millennio.

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