«La conoscenza del nostro genoma ci dice ancora molto poco su chi siamo e sul nostro destino. Ma se il programma della nostra vita – il nostro destino – non è nei geni, dove si trova e in che cosa consiste?» Parte da questo interrogativo Alberto Piazza, professore emerito di genetica umana e autore di Genetica e destino, per esplorare il rapporto tutt’altro che lineare tra il nostro patrimonio genetico e le radici del nostro essere.
Nel bell’articolo pubblicato su la Repubblica, Piazza spiega come ciascun individuo sia il frutto di un processo in divenire, in cui l’influenza dei fattori esterni rappresenta un fattore non secondario. «La confusione tra rischio e certezza,» continua l’autore «tra mutazione e malattia, frutto dell’ignoranza di fondamentali nozioni di genetica, lascia erroneamente e colpevolmente intendere che la storia dell’individuo risieda tutta nel suo genoma, quasi che “la sua biografia sia determinata dalla sua biologia”, rimodulando la felice espressione di un filosofo del diritto. […] Si può invece affermare che il nostro fenotipo è determinato per non più del 50% dai geni del nostro DNA e per il resto da fattori ambientali diversi.»