Happycracy, di Edgar Cabanas ed Eva Illouz, viene recensito su Instagram da Noemi Urso, attiva nel circuito di lotta alla disinformazione Butac. «L’ho trovato letteralmente illuminante» scrive Noemi.
La narrazione imperante spinge verso la ricerca della felicità come un obiettivo irrinunciabile. Una convinzione che avvantaggia percorsi di empowerment e auto-realizzazione più o meno accreditati. Dunque, secondo gli autori, l’Happycracy non sarebbe altro che l’ennesima fabbrica del desiderio. Un’industria onerosa, che «ci chiede anche di sacrificare quel turbamento e quella frustrazione che ci portano ad agitarci per migliorare non solo quello che abbiamo dentro» conclude Noemi Urso «ma anche ciò che ci circonda».