«Il libro di Giovanni Amelino-Camelia potrebbe apparire come l’ennesima opera di divulgazione della teoria della relatività di Einstein. Ma si tratta di piacevolissima sopresa. Amelino-Camelia va controcorrente. (…) L’autore ha il merito, raro, della coerenza: nella sua attività di teorico della gravità quantistica si è sempre sforzato di suggerire possibili verifiche sperimentali, naturalmente non facili. Anche i paragrafi del libro su questa parte autobiografica sono interessanti, anche questi controcorrente».
L’orizzonte attuale delle conoscenze della fisica è anche la linea di separazione tra chi ritiene che siamo ormai nelle condizioni di poter dedurre “tutto” e chi invece si aspetta che oltre quell’orizzonte incontreremo fenomeni naturali oggi inimmaginabili. È interessante notare che queste due attitudini corrispondono anche a due fasi del percorso intellettuale di Albert Einstein. Tra il 1905 e il 1917 produsse una serie impressionante di scoperte e teorie, attraverso un approccio curioso e umile nei confronti della natura, mentre negli anni successivi ne adottò uno più arrogante e non fece più nessuna scoperta significativa. Ma questo di Giovanni Amelino-Camelia non è l’ennesimo libro su Einstein, o comunque non solo. È un atto d’amore nei confronti del pensiero scientifico, alieno alle fantomatiche “teorie del tutto” che pretendono di esaurire la sete di conoscenza dell’uomo, e capace invece di alimentare lo stupore con cui l’uomo sfida l’orizzonte del proprio sapere.