«Il Web è diventato un fenomeno commerciale e una rete quasi infinita di entità umane e digitali. I fenomeni più accattivanti sono stati descritti molto bene nel libro Fake people», di Viola Bachini e Maurizio Tesconi, scrive Damiano Mazzotti sulla testata online AgoràVox.
«Il saggio prende in esame i troll della campagna elettorale americana – scrive Mazzotti – gli algoritmi che fanno impennare le azioni di alcune aziende, i finti supporter dei nostri politici (più o meno populisti). Viene citata la bacheca digitale 4chan, fondata da Chris Poole (poi venduta nel 2016 per andare a lavorare per Google), si citano le tariffe italiane per i vari livelli di follower degli influencer. Il 97 per cento degli youtuber ottiene guadagni al di sotto della soglia della povertà (in molti riescono a scroccare beni e servizi gratuiti di valore). In Russia esistono addirittura distributori automatici di like e follower fasulli su Instagram (raccontato dal giornalista russo Alexey Kovalev).»
L’indagine condotta dagli autori di Fake people mette in guardia dalle identità digitali fasulle e spiega come “smascherarle”. Ma non sempre i bot vengono per nuocere: a volte la stessa tecnologia può essere usata a fin di bene, come quando è applicata alla gestione delle emergenze.