Di che quoziente tecnologico sei?

La Repubblica

«I quozienti, secondo un destino paradossale, si moltiplicano. C’ era una volta quello intellettivo, con polemiche al seguito, poi quello emotivo, che ha fatto le fortune editoriali di Daniel Goleman e dei suoi tanti emuli. Oggi è il momento di quello tecnologico (QT), che sta a indicare l’ apertura nei confronti dell’ innovazione, la capacità di impiegarla quotidianamente nella propria vita senza lasciarsene intimorire. L’ attitudine di chi pensa alla tecnologia con la t minuscola, come scrivono i più efficaci divulgatori del concetto, l’ esperto di geopolitica Parag Khanna e sua moglie Ayesha, autori di L’ età ibrida, un fortunato discorso alle conferenze TED ora cresciuto in un libro. Entrambi sicuri del fatto che il QT sia l’ unità di misura più utile per prevedere quali Paesi prospereranno e quali resteranno indietro. Darwin non basta più. Le innovazioni tecnologiche introdotte a partire dalla prima rivoluzione industriale, ha spiegato il Nobel Robert Fogel battezzando la tecno-fisio evoluzione, ci hanno resi diversi dai nostri stessi antenati. Siamo diventati homo evolutis. E adesso, alle soglie della terza rivoluzione industriale, la commistione tra uomini e macchine è sempre più evidente. Chi l’ ha abbracciata con entusiasmo non avrà da temere, chi la subisce riluttante corra ai ripari. In questa transizione l’ età aiuta. E metà della popolazione mondiale, ricordano gli autori, ha meno di 25 anni. Scrivono: «Ognuno di noi ha un’ età biologica e un’ età tecnologica, che spesso sono inversamente proporzionali». Bisogna sforzarsi affinché l’ anagrafe non diventi una condanna. I coniugi Khanna rispolverano il filosofo Oswald Spengler e il suo L’ uomo e la macchina che già nel ‘ 31 proponeva di integrare la tecnologia in una filosofia di vita. Da lui mutuano il termine Technik, che «unisce la dimensione scientifica e meccanica della tecnologia (determinismo) con un necessario interesse per i suoi effetti sugli uomini e sulle società (costruttivismo)» per concludere che essa rappresenta «il quoziente tecnologico» di una determinata civiltà. Più che guardare al Pil, dunque, sarà utile concentrarsi sull’ Indice di sviluppo umano dell’ Onu o su quello di Network readiness concepito dal Forum economico mondiale che misura la qualità dell’ accesso individuale alle reti. “Non sorprende che Svezia, Singapore e Finlandia siano in cime alla graduatoria, ma è interessante notare che la tecnocratica Cina ha un punteggio superiore a quello della democratica India, e che l’ India viene prima dell’ Italia”. Interessante per tutti, sorprendente solo per chi non ha dovuto combattere con le assistenze clienti delle nostre accidentate Adsl. Riprendendo la vecchissima metafora delle autostrade dell’ informazione, dove pensiamo di andare percorrendo mulattiere?».

Riccardo Staglianò, la Repubblica (per continuare a leggere, clicca QUI).

 

Ayesha Khanna, Parag Khanna - L'età ibridaSulla presenza della tecnologia nelle nostre vite è stato già scritto molto. Questa formula però, sostengono Ayesha e Parag Khanna, non descrive appieno la portata di questo fenomeno e i suoi effetti dirompenti: la civilizzazione umano-tecnologica in corso ha raggiunto infatti un livello tale da diventare anche un processo strategico che agisce su scala mondiale, e che sta ridisegnando le mappe del potere economico e delle reciproche influenze tra le nazioni e i continenti. Assistiamo insomma alla nascita di un nuovo equilibrio geopolitico, in cui il ruolo di uno Stato all’interno della competizione globale è ormai definito più dal livello di innovazione tecnologica che non dalla potenza militare o economica. Stiamo entrando in un’età ibrida, dove il rapporto uomo-macchina non sara più solamente una semplice co-abitazione, ma una vera e propria co-evoluzione.

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