Democrazia, staminali e divani

Il Post

«Il 14° Presidente Americano Franklin Pierce (eletto nel 1853, nelle file del partito democratico) è ricordato per due cose. La prima è entrata nell’immaginario ecologista, dunque è più nota: Pierce si offrì di acquistare parte del territorio indiano e istituirvi una riserva. Alla proposta fece seguito una lettera del capo indiano Seattle.

“Come potete acquistare o vendere il cielo, il calore della terra? L’idea ci sembra strana. Se noi non possediamo la freschezza dell’aria, lo scintillio dell’acqua sotto il sole come è che voi potete acquistarli?”

Questa lettera è molto citata dai religiosi cultori dell’ambiente (si trova in innumerevoli blog di varia ispirazione, che poi uno quando cita questa lettera non pensa mai a un fatto: magari è proprietario di una casa, insomma anche lui ha acquistato a suo tempo un pezzo di terra – dove una volta crescevano sotto il sole scintillante ortaggi e spezie varie – e ha edificato un bel condominio e ora, nella riserva, ben riparato dagli accidenti della natura si occupa della sacralità della terra. Sempre quella degli altri, si intende). Peccato che non abbia riscontri storici, probabilmente è un falso, di quelli ex post.

Ma Pierce è anche ricordato per un dialogo con un passante. Quest’ultimo si soffermò a guardare la Casa Bianca e disse: mi piacerebbe vedere questa bella casa. E Pierce: “ma mio buon signore, certo che potete entrare, questa non è casa mia, è la casa della gente”. Preferisco questa storia rispetto alla lettera stile new age del capo indiano. Anche perché ci introduce in un tema cogente e più pratico: democrazia o demagogia? – un tema che a ben vedere presenta inquietanti declinazioni new age.
La seconda (pedagogica) storiella è citata in una TED conference da Beth Noveck. Noveck è stata la responsabile di un ambizioso programma (fino alle sue dimissioni, nel 2011), l’Open Government Iniziative, ovvero come aprire i processi governativi a tutti i cittadini. “Quando sono arrivata alla Casa Bianca” – dice – “non c’era nulla di aperto. C’erano invece tende antiproiettili alle finestre. Non avevamo un blog. Sono arrivata per diventare capo di un Governo Aperto, prendere i valori e le pratiche della trasparenza e infonderle nei cittadini”. Noveck è un’entusiasta sostenitrice di reti di specialisti che guardano oltre le solite credenziali: “se voglio capire come far arrivare più in fretta i sussidi ai veterani, forse dovrei parlare con chi è in prima linea nelle organizzazioni che concedono questi sussidi”. E ancora: “consideriamo l’expertise qualcosa di sperimentale o di accademico? Ciò che si basa sui libri o sui contenuti? Colui che guida ogni giorno un tir o l’esperto di logistica del reparto informale? L’uno e l’altro, ovviamente. Oggi la tecnologia permette di trovare con la stessa facilità le persone di esperienza e quelle con i titoli giusti. Dunque, questo allarga lo spettro delle opinioni e delle idee e in più sfrutta l’entusiasmo di chi è del tutto autodidatta” (citato in David Weinberger, La stanza intelligente, la conoscenza come proprietà della rete, Codice Edizioni).

Siamo dunque, e felicemente, dalle parti di Pierce, questa casa è la tua casa – basta collaborare – o dalle parti di Woody Guthrie, questa terra è la mia terra – idem come sopra. Ma c’è un problema: del resto, c’è sempre un problema, è una condizione esistenziale. Beth Noveck, appena prese le redini del programma, come prima cosa, allestì un sito pubblico e chiese ai cittadini di intervenire: domande? Proposte? Passa il tempo e ci si rende conto, esaminando la nuvola dei tag che molte questioni (delle quali si chiedeva un dibattimento o chiarificazioni) riguardavano a) gli ufo b) birther, cioè quelli che credono che Obama non sia nato negli Stati Uniti e varie altre: complotti 11 settembre, area 51. Piccolo momento drammatico. Qui si parla di Governo aperto e arrivano domande sugli alieni? Che si fa? Si censurano simili questioni, sotto la voce: va bene la diversità di opinioni ma c’è un limite a tutto? Oppure si accolgono? Se si censurano che valore ha un sito aperto a tutti? Ma d’altra parte se vogliamo capire come fare arrivare i sussidi ai veterani, perché includere le voci di quelli che pensano che Obama sia un usurpatore?»

Antonio Pascale, Il Post (per continuare a leggere, clicca QUI).

 

David Weinberger - La stanza intelligenteIl sapere, prima trasmesso su un supporto rigido e definito come la carta stampata, per la prima volta nell’epoca di internet è alla nostra portata in modo pressoché illimitato. Nella stanza in cui siamo riuniti – internet – dove le fonti non sono certe e nessuno è mai d’accordo su nulla, circola molta più conoscenza di sempre, gestita con capacità superiori a quelle delle nostre singole menti e istituzioni. Eppure, ci dice David Weinberger, internet non ci rende più stupidi; al contrario, questa massa di conoscenza sempre a disposizione ci consente di prendere decisioni migliori di quelle di un qualunque esperto, basta sapere come muoversi al suo interno. Weinberger firma con La stanza intelligente un libro destinato a lasciare il segno, ridefinendo il concetto classico di conoscenza e il suo ruolo all’interno di un mondo sempre online.