I dati sono un bene comune e appartengono ai cittadini – Francesca Bria intervistata dal Manifesto

Il manifesto

Per il Manifesto, Benedetto Vecchi ha intervistato Francesca Bria, autrice di Ripensare la smart city (insieme a Evgeny Morozov), e ideatrice di DECODE (5-6 novembre, Torino, Nuvola Lavazza), la due giorni dedicata a progettare un nuovo futuro in cui la democratizzazione digitale e la sovranità tecnologica (con dati sottoposti al controllo dei cittadini) siano direzionati verso uno degli obiettivi politici più importanti del nostro tempo, ovvero implementare un reale Green New Deal contro i cambiamenti climatici e per una transizione ecologica della nostra economia.

Francesca Bria non ha dubbi sulla necessità di strutturare un dibattito e un progetto a lungo temine sulla questione dei dati: «Il controllo sui dati e sulla gestione dei servizi basati sull’AI è una questione chiave: i dati saranno controllati dalle grandi aziende, dallo stato o dai cittadini? Dovremmo anche considerare l’impatto dei dati e dell’AI sullo sviluppo futuro delle nostre città e sullo sviluppo industriale, in particolare nei settori strategici del futuro come l’automazione del manifatturiero, le auto autonome, l’agricoltura e i servizi sanitari. Per questo motivo, dobbiamo considerare i dati come un’infrastruttura pubblica come l’elettricità, acqua, strade e l’aria pulita che respiriamo. Questa visione può essere realizzata mentre si impongono forti regole di concorrenza, regolando l’accesso ai dati e imponendo alle grandi piattaforme digitali di condividere i dati che hanno un interesse pubblico. Ciò promuoverà la condivisione di dati e algoritmi in modo che l’Europa possa creare servizi aperti e condivisi a partire dalle città che possono essere utilizzati da tutte le piccole e medie imprese, le pubbliche amministrazioni, cooperative e organizzazioni sociali».

 

A questo link l’intervista completa.

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