Costretti a essere felici – Michele Neri, La Repubblica

La Repubblica

Su “Repubblica” Michele Neri intervista gli autori di Happycracy Edgar Cabanas ed Eva Illouz. Dal posto di lavoro alla politica, dalle relazioni personali alla vita psichica di ognuno di noi, «una dittatura trasversale che si presenta col sorriso è diventata onnnipresente nelle notre vite».
La felicità viene imposta come componente fondamentale dell’immagine che abbiamo di noi e del mondo, e quest’imposizione ha generato un’esplosione di guru della felicità, life coach, app e persino nozioni pseudoscientifiche come il GHP (Gross Happyness Product), una sorta di «felicità interna lorda».
Secondo Cabanas e Illouz, la situazione attuale è il risultato della nascita della cosiddetta psicologia positiva, «che affermava che la felicità era solo questione di scelta personale, e che ognuno, con l’aiuto di esperti e lavorando sul pensiero e le proprie emozioni, potesse diventare felice».
«Ci hanno venduto l’idea che esistano emozioni buone ed emozioni cattive. Ma anche rabbia e fallimento sono fondamentali», soprattutto per attuare cambiamenti sociali rilevanti. Perché, in fondo, schiere di “happycondriaci” ripiegati sulla propria interiorità perdono la capacità d’impegnarsi per altro oltre che per se stessi, convinti dalla psicologia positiva che le radici dei problemi siano da trovare negli individui invece che nella realtà socioeconomica.

A questo link l’articolo completo.

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