Che hanno in comune Happycracy di Edgar Cabanas ed Eva Illouz e Joker di Todd Phillips? Secondo Giulio Sangiorgio di FilmTV tanto, perché nel Joker che, costretto a essere felice, modifica la scritta “Non dimenticare di sorridere” in “Non sorridere” si legge «un film contro l’industria della felicità, contro il Sogno americano, contro la dittatura del sorriso […]. Contro il pensiero coattamente positivo, ma anche contro la quotidiana ipocrisia di quegli smile con l’occhiolino chiuso messi alla fine di messagi pieni d’ira».

E l’industria della felicità, quella che individua nell’essere felici il nostro fine ultimo che dipende solo da noi stessi e solleva società e datori di lavoro da qualunque responsabilità è proprio uno dei temi centrali del lavoro di Happycracy.

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