«Oggi il WWF promuove l’Ora della Terra, richiamando l’attenzione sul problema del riscaldamento globale. Da quando siamo passati da cacciatori e raccoglitori ad agricoltori abbiamo cambiato radicalmente gli ecosistemi terrestri. Oggi non traiamo più alcuna risorsa da popolazioni naturali di specie terrestri: tutto quello che usiamo come cibo (e non solo) deriva da specie coltivate e allevate. In mare no: siamo ancora cacciatori raccoglitori e, con la pesca, prendiamo risorse da popolazioni naturali di pesci, molluschi, crostacei e altri animali e piante (i cinesi e i giapponesi mangiano meduse e alghe). Ma gli oceani e i mari non ce la fanno più a darci le loro risorse e stiamo rapidamente passando dalla pesca all’acquacoltura. Lo facciamo perché le popolazioni naturali stanno crollando, proprio come avvenne a terra migliaia di anni fa. Ma in mare non alleviamo erbivori, come facciamo a terra, in mare alleviamo carnivori e li nutriamo con mangimi che derivano da pesci pescati in mare! Stiamo raschiando il fondo del barile. Questi sono gli impatti diretti sulla biodiversità, ma ancora peggiori sono gli impatti indiretti. La nostra economia è basata sulla combustione. Abbiamo iniziato col fuoco e non abbiamo mai smesso. Prima abbiamo bruciato la legna, poi il carbone, poi il petrolio e il gas. Ogni reazione di combustione consuma ossigeno e produce anidride carbonica. Le foreste dovrebbero compensare, consumando l’anidride carbonica e producendo ossigeno. Ma le abbiamo distrutte, per ottenere suolo a fini agricoli e per usare il legno. Il riscaldamento globale deriva dalle reazioni di combustione e dal fatto che l’anidride carbonica che produciamo e l’ossigeno che consumiamo non sono compensati da un corrispondente consumo di anidride carbonica e produzione di ossigeno da parte delle piante terrestri e marine. I gas serra sono tra i principali responsabili del riscaldamento globale, e li produciamo noi».
Ferdinando Boero, Il Secolo XIX (per continuare a leggere, clicca QUI).
Ferdinando Boero è biologo marino, insegna all’Università del Salento ed è associato al Cnr-Ismar. Nel 2006 ha ricevuto la Médaille Albert Premier per l’oceanografia. Ha dedicato una medusa a Frank Zappa (Phialella zappai); Zappa, per contraccambiare, gli ha dedicato una canzone (Lonesome Cowboy Nando). Con noi ha pubblicato Economia senza natura.
Guardate quella casa costruita su una duna, a dieci metri dal mare. Ecco, quella è economia senza natura. «L’uomo fa parte della natura, e le regole che inventa sono alla fine soggette alle regole della natura». Se è vero infatti che la natura è arrivata prima dell’economia, è altrettanto vero che oggi il mondo è governato da economisti che si rifiutano di tener conto dell’ecologia, e che guardano con superiorità a qualsiasi soluzione amica dell’ambiente. Non capiscono però che l’economia deve essere un corollario dell’ecologia, e che potrà continuare a esistere solo se saprà essere un’economia della, e non senza, natura. Perché quest’ultima, prima o poi, presenta il conto.