Nei prossimi giorni vi sveleremo gli altri titoli che abbiamo scelto come proposte-regalo. Queste le categorie (oltre, naturalmente, a tecnologia, astronomia/astrofisica/spazio e viaggiatori): fisica, economia, inventori, scienziati, musica, comunicazione e sociologia, cibo, scienza e religione, evoluzione, bambini, neuroscienze, filosofia, animali, politica, psicologia, architettura e design, ecologia e natura, biografie, grandi maestri, wunderbücher.
«Meglio la tenda del beduino, meglio il dorso del cammello, meglio la continua lotta e la sublime incertezza dell’indomani. In Africa, in Africa! Io voglio morire libero come la sua natura!».
(Orazio Antinori, esploratore)
«Secondo Cavalli-Sforza, per i pigmei cacciare è un po’ come giocare e poker: presenta tutte le incertezze della fortuna ma richiede astuzia ed esperienza. La posta è riuscire a mangiare, oppure tenersi la fame».
(Elisa Frisaldi)
«La prima cosa che mi colpì arrivando in volo ad Antofagasta fu che la città aveva pochi alberi. Antofagasta è una città portuale nella parte settentrionale della costa del Cile, ai confini del deserto di Atacama. A ovest si estende l’oceano Pacifico, a est ci sono le colline brulle della Cordillera de la Costa, che si levano improvvise e spettacolari. Antofagasta è, come buona parte del Cile, una scheggia di terra incuneata tra le montagne imponenti e un oceano immenso».
(Anil Ananthaswamy)
«Strani primati di grossa taglia fuoriescono dalle radure africane e colonizzano il Vecchio Mondo. Siamo agli inizi del genere Homo, poco meno di due milioni di anni fa. I primi Homo sono esseri slanciati e agili, adattati agli ambienti in via di inaridimento nell’Africa orientale. Divisi in più specie, sono grandi camminatori, senza pelo, figli a modo loro della formazione della Great Rift Valley. Spostano gli insediamenti in cerca di cibo, si espandono, esplorano ambienti inediti, si muovono, incessantemente. C’è qualcosa di loro, in tutti noi, ancora oggi. Nel momento in cui abbiamo cominciato a diventare umani, abbiamo anche iniziato a vagare negli spazi aperti, a solcare le praterie, ad attraversare vallate e istmi, a cercare qualcosa oltre la collina».
(Luca Cavalli-Sforza, Telmo Pievani)
«Più di duemila anni fa, mercanti, pellegrini e soldati affrontarono le ripide montagne e i pericolosi deserti dell’Asia centrale per scambiare beni di lusso, reperire testi sacri, conoscere e dominare popoli lontani: fu così che a poco a poco si creò quella rete di percorsi riassunti poi sotto il suggestivo termine di “Via della seta”. La mostra organizzata in collaborazione con l’American Museum of Natural History di New York ripercorre il lungo viaggio da oriente verso occidente nel periodo tra il VII e il XIV secolo d.C, rappresentando la moltitudine di culture che animavano la Via della Seta attraverso la ricostruzione di quattro città simbolo: Chang’an, l’odierna Xi’an, la capitale cosmopolita della dinastia cinese dei Tang; Turfan, città-oasi del deserto del Gobi; Samarcanda, grande centro mercantile e culturale; e infine Baghdad, capitale del mondo islamico e sede del califfato».
(Sulla Via della Seta)