Il delitto è scritto nel cervello?
«Si diventa killer per una fragilità del cervello? La domanda è “politicamente scorretta”, perché richiama il contestato Cesare Lombroso (il museo che Torino gli ha dedicato è al centro di aspre critiche) e con lui l’idea che esista un profilo biologico del criminale. Eppure qualcuno legge così la sentenza del maggio 2011 (definita “storica”), del giudice del tribunale di Como Luisa Lo Gatto, che ha condannato Stefania Albertani a vent’anni di reclusione, anziché all’ergastolo, perché l’ha ritenuta parzialmente incapace di intendere e di volere sulla scorta della perizia psichiatrica, rafforzata da indagini sul suo cervello e dall’esame del suo patrimonio genetico».