Luciano Floridi

Storia di Luciano Floridi, cervello in fuga

«L’Italia è stata molto generosa nel mandarmi fuori casa, scriveva nel 2001 il professor Luciano Floridi raccontando la sua esperienza di emigrato con lode.

Nato a Roma nel 1964, partì in treno per l’Inghilterra a 23 anni per scrivere la tesi di laurea a Oxford. L’anno seguente si laureò in filosofia alla Sapienza. Allora, come oggi, aspirare a una carriera accademica in Italia era quasi impossibile. Per questo Floridi ripartì, stavolta per un master a Warwick, eccellente ateneo nel cuore dell’Inghilterra. Era convinto di restarci un anno, in attesa di vincere un dottorato in Italia. Invece cominciò a fare il pendolare. Il paradosso, nella sua carriera, iniziò allora.

“Per circa un decennio ho provato a tornare attraverso concorsi, ma mentre continuavo a vincerne in Gran Bretagna, ne perdevo in Italia”, racconta divertito dal suo ufficio di Oxford. Dopo il master, Floridi ha vinto una borsa Fulbright per studiare a Yale, è tornato a Warwick per il dottorato e poi per fare il ricercatore, prima di vincere una junior research fellowship sia a Oxford sia a Cambridge. Scelse Oxford -anche perché la lettera d’ammissione dell’ateneo rivale arrivò in ritardo- e si ritrovò nel miglior dipartimento di filosofia al mondo.

“Alla fine, qualche anno fa, ho vinto un concorso da professore associato a Bari, ma ho dato le dimissioni: una delle ragioni è che la mia carriera sarebbe finita così, da professore associato a Bari. Era il massimo a cui avrei potuto aspirare”.

Oggi invece il professor Floridi insegna Filosofia ed etica dell’informazione all’Oxford Internet Institute e a maggio è stato scelto da Google fra i sette membri della commissione sul diritto all’oblio, insieme a Eric Schmidt -presidente del colosso di Mountain View- e a Jimmy Wales, fondatore di Wikipedia. “Come nell’Ottocento, l’emigrato che arriva a New York lavora di più proprio perché ha la spinta e la voglia di fare, senza le quali sarebbe rimasto a casa”, spiega il professor Floridi ricordando i sacrifici dei suoi primi anni in Inghilterra, spesi fra caffè terribili e cibo immangiabile. “Nell’università italiana la meritocrazia non esiste, è un sistema caotico. Io me ne andrei per questo. Non è vero, però, che passate le Alpi tutto diventi perfetto. Lavorando tanto e bene un contesto competitivo e meritocratico come quello anglosassone risulta più facile. Bisogna però essere sempre al meglio: per usare una metafora calcistica, ogni domenica c’è la partita e questo dopo un po’ può logorare”».

Andrea Marinelli, Corriere Innovazione Il Corriere della Sera (per continuare a leggere, clicca QUI).

 

Luciano Floridi ha pubblicato con noi La rivoluzione dell’informazione (clicca QUI per leggere il primo capitolo).

FloridiOggi viviamo e lavoriamo letteralmente circondati da informazioni: parole scritte e pronunciate, media di ogni tipo, database più o meno sterminati, e infine internet, che sembra racchiudere in sé il concetto di informazione infinita e sempre reperibile. Il filosofo Luciano Floridi sostiene che non si è trattato solo di un cambio di paradigma ma di una quarta rivoluzione, analoga a quelle alimentate dal pensiero di Copernico, Darwin e Freud. La rivoluzione dell’informazione oggi in corso sta già offrendo una nuova, profonda comprensione dell’uomo, concepito come essere sempre connesso e costituito da informazioni, e dell’ambiente stesso in cui ci muoviamo, un ecosistema vitale e sociale che supera la divisione tra reale (offline) e virtuale (online).

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