Sherry Turkle - Insieme ma soli

Se l’e-reader uccide il people-watching

«La donna seduta di fronte a me sul tram sta leggendo. Istintivamente, guardo per vedere che cosa: dopotutto è un classico passatempo da trasporto pubblico, qualcosa che i pendolari fanno da quando esistono i libri (e i trasporti pubblici). Ma non riesco a vedere che cosa stia leggendo. Vedo solo che legge su un Kindle. Così torno al mio libro.

Non ho nulla contro il Kindle in sé, o contro qualsiasi altro e-reader. Sono stati gli schermi ad allontanarci dalla lettura, e forse soltanto altri schermi possono riportarci indietro. Ma la crescente popolarità del Kindle sta mettendo fine a un’era: quella del people-watching. Perché il Kindle rende quasi impossibile dire che cosa l’estraneo che ci sta di fronte stia leggendo. Lo nasconde.

Di per sé, potrebbe non essere questa gran cosa -anche se mi è sempre piaciuto sbirciare le letture altrui-, ma aggiunge senso all’affermazione che i trasporti pubblici, e i luoghi pubblici in generale, con l’avvento del digitale siano diventati posti dove si è ancora più soli. Che sul tram o in treno, per strada o al centro commerciale, siamo più ‘disconnessi’ gli uni dagli altri, anche se siamo in realtà più connessi di quanto lo siamo mai stati in passato».

 

Questo è l’inizio dell’articolo che il Sidney Morning Herald dedica ad Alone together di Sherry Turkle, pubblicato in Italia da noi con il titolo Insieme ma soli.

 

Sherry Turkle - Insieme ma soli

 

«Le nuove tecnologie alla base della comunicazione digitale contemporanea ci fanno credere di essere meno isolati perché sempre connessi. Si tratta però dell’illusione di una reale intimità: i nostri profili online esistono in funzione del numero dei contatti, oggetti inanimati e intercambiabili che acuiscono il senso di solitudine».

Sherry Turkle, Insieme ma soli

 

 

 

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