Ventimila leghe sotto la coscienza – Marco Belpoliti su PHI di Giulio Tononi

La Stampa

«Il simbolo Φ (phi, nell’alfabeto greco) è stato introdotto nel XX secolo da un matematico, l’americano Mark Barr, in onore di Fidia. Indica il numero aureo e, come spiega la quarta stanza della mostra Numeri (a cura di Claudio Bartocci e Luigi Civalleri per Codice Idee per la Cultura e PalaExpo, catalogo edito da Codice Edizioni), aperta al Palazzo delle Esposizioni di Roma, Φ ha sempre prodotto intorno a sé un’atmosfera di misticismo. Nel Novecento ci provò il gruppo francese Section d’Or, cui si riferivano gli artisti della cerchia dei fratelli Duchamp-Villon, e anche Le Corbusier, che lo riprende nel suo Modulor, riprodotto sotto i plinti di cemento che reggono l’Unité d’Abitation a Marsiglia. Non è forse a caso che nella mostra la trattazione di Φ si trovi nella sezione dedicata ai numeri irrazionali, insieme alla frazione continua di ✓2 di Euler, il matematico svizzero.

PHI è anche il titolo del libro del neuroscienziato e psichiatra Giulio Tononi (Codice Edizioni, pp 344, 35 euro), che nella copertina reca appunto il simbolo Φ, e ha come sottotitolo Un viaggio dal cervello all’anima.

Libro inconsueto, a suo modo eccentrico, Phi cerca di capire cos’è la coscienza e come venga generata dal nostro cervello. L’autore, in obbedienza forse inconscia al suo simbolo, inizia il suo viaggio parlando dello stato di dormiveglia. Ogni sera, scrive, cadiamo addormentati, e in quel punto la nostra coscienza sembra svanire, e con lei l’universo che fino a quel punto ci ha circondato: persone, oggetti, ambienti, pensieri, suoni, dolori, gioie. Ebbene, in quel punto, si chiede l’autore, che ne è della nostra coscienza?

Per capire cosa sia questa”cosa” che chiamiamo “coscienza”, Tononi, direttore del Center for Sleep and Consciousness dell’Università del Wisconsin, chiama in scena Galileo Galilei, lo risveglia e lo manda in viaggio per scoprire il mistero della coscienza. La sua convinzione è che il sonno sia la condizione ideale per studiare questa “cosa” per cui noi siamo davvero noi. Risvegliandosi bruscamente nel cuore della notte a molti capita di chiedersi: dove mi trovo? Chi sono? Cosa sto facendo? Un’emersione dal nulla che dura pochi istanti, sufficienti a convincerci che i confini della coscienza sono molto più labili di quello che siamo portati normalmente a credere.

Anche io, che ora siedo al computer e batto i tasti, credo di sapere con precisione chi sono, cosa so fare, e quali pensieri abitano la mia testa. So che nella mia testa c’è il cervello, ma non l’ho mai visto, salvo in fotografia, ma era sempre il cervello degli altri. Cosa sia la mia coscienza, nonostante una lontana laurea in Filosofia, non lo so con esattezza (salvo forse ricorrere a passi di Cartesio, Spinoza e Leibniz). Libro in mano, non mi è restato che seguire Tononi nella sua esplorazione lungo le tre strade parallele aperte nel volume. (…)»

Marco Belpoliti, La Stampa (per continuare a leggere su La Stampa, clicca QUI).

 

tononiRomanzo-saggio potente e suggestivo, PHI regala alla teoria sulla coscienza di Giulio Tononi un’inaspettata veste narrativa. Protagonista di questo libro, in più punti ispirato alla Divina Commedia, è Galileo Galilei. L’astronomo pisano viene guidato in questo viaggio onirico prima da Francis Crick, poi da Alan Turing e infine da Charles Darwin, alla scoperta di cos’è la coscienza e di com’è generata dal cervello. Ma l’approdo finale di questa esplorazione è ancora più sorprendente delle sue premesse. Nel corso della narrazione Galileo, e con lui il lettore, scoprirà che la coscienza, da sempre considerata un mistero insondabile, appannaggio esclusivo della filosofia o mera illusione -laddove ciò che conta per la scienza è solo il brusio incessante delle cellule nervose- è in realtà la cosa più reale, più grande e più irriducibile che esista, ma non per questo non misurabile. Le sue forme sono geometriche, la sua misura un numero: PHI.

Clicca sulla copertina per andare alla scheda-libro.

Acquista il libro subito su IBS o Amazon.