Troppo caldo per l’uomo bianco – Vanessa Heggie, La Repubblica

La Repubblica, Salute

Con il titolo Troppo caldo per l’uomo bianco, La Repubblica dedica due pagine ad un estratto dal saggio di Vanessa Heggie, In alto e al gelo.

«Nel XIX secolo – scrive Heggie – le risposte degli esseri umani al cambiamento di ambiente erano una questione più pressante rispetto a quelle delle piante e degli animali che questi raccoglievano, classificavano tassonomicamente o esportavano da altre regioni del mondo. L’insediamento permanente dei bianchi, specialmente in Paesi con climi particolarmente caldi, umidi o tropicali, richiedeva un approccio medico diverso da quello utilizzato per le visite temporanee o di breve durata; in alcuni luoghi, vivevano da due o anche tre generazioni famiglie di bianchi nati in ambienti non temperati, e questo sollevava nuovi interrogativi sull’effetto dell’ambiente sulle caratteristiche razziali. Vista e considerata la resistenza degli indigeni al dominio coloniale e all’oppressione, la salute e la vitalità delle truppe, degli amministratori e dei coloni andarono a costituire un’area controversa (e forse economicamente redditizia) della ricerca biomedica.»
In alto e al gelo ripercorre alcuni degli studi sulla fisiologia umana condotti in ambienti estremi, che cominciarono a moltiplicarsi a partire dall’Ottocento. La spinta ad occupare anche angoli più remoti della Terra, infatti, incrementò le esplorazioni e le ricerche sulle capacità di resistenza del corpo umano. Con l’aiuto delle popolazioni indigene, i medici e gli scienziati coinvolti in questi viaggi fecero scoperte straordinarie sul rapporto tra uomo e ambiente.

A questo link l’articolo completo.

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