Sul domenicale del Sole 24 ORE Gilberto Corbellini recensisce Sotto i ferri di Arnold van de Laar, che ripercorre «la truce storia della chirurgia».
Van de Laar ci racconta che «per millenni, in assenza di anestesia, antisepsi e antibiotici, la chirurgia significava dolori insopportabili e ferite infette, che uccidevano quai altrettanto spesso (e a volte pià spesso) di quanto guaridvano». Grazie a Sotto i ferri scopriamo anche che i babilonesi applicavano la legge del taglione sugli “errori chirugici” (se di errori si può parlare, vista la scarsissima conoscenza medica del tempo), e che in molti paesi tra cui l’Italia i “cavatori di pietre” (coloro che rimuovevano i calcoli vescicali) «dovevano essere rapidissimi, farsi pagare in anticipo e possedere un buon cavallo per scappare se l’operazione fosse andata male».