«Quella di Will Storr è una ricerca accurata sulla nostra psiche e sulle funzioni narrative del cervello e su come esse vengono attivate non soltanto dalla vita di tutti i giorni, ma anche dalla narrativa». Su minima&moralia, Sergio Mancuso dedica un’attenta recensione all’ultimo saggio di Will Storr, La scienza dello storytelling.
Un libro che ha il «pregio di fornire al lettore degli strumenti saggistici sulla psiche e sul cervello narrante che ordina il mondo, e di mettere in luce ricerche di psicologia e neuroscienze alle quali non tutti accedono facilmente». La scienza dello storytelling «tocca corde importanti, induce alla riflessione e amplia il campo d’indagine dei romanzieri e degli umanisti, risultando particolarmente pervicace all’interno del discorso narrativo». Infatti, osserva Mancuso, «con un’affabulazione chiara e un preciso intento divulgativo, si pone con la propria risposta all’interno di una questione dibattuta per anni: la letteratura è davvero importante?».
Più che un semplice manuale, è «un sibillino testo di rivolta che ci fornisce solide basi per opporci a quelle metodiche di retorica e persuasione oggi sempre più scientifiche» conclude Mancuso.