«Sono sempre più convinta che per scrivere un buon libro non servono necessariamente particolari artifici o sensazionalismi letterari bensì è proprio nella semplicità che affondano le radici le storie migliori e più belle. Esattamente come quella narrata nelle pagine di Uno di noi – il libro d’esordio di Daniel Magariel – ovvero una storia semplice, intrisa di tenerezza e di dolcezza seppur costantemente messa sotto minaccia da uno strano alone di violenza e di pericolo imminente che aleggia sulla storia. (…)
Uno di noi è un libro che colpisce per la semplicità, per l’universalità della storia e del messaggio lanciato ma soprattutto perché contiene al suo interno buona parte degli elementi che rendono forte, solida e affascinante lo spirito della letteratura americana ovvero il dramma, la violenza, la famiglia disfunzionale ma soprattutto l’essere una storia a tratti on the road, nella quale spiccano: un’auto, la strada infinita, i motel, le aree di sosta e tutta la bellezza che l’accompagna e la contraddistingue da sempre».
Un ragazzino dodicenne, suo fratello maggiore e il loro padre, carismatico e manipolatore, hanno vinto quella che loro chiamano “la guerra”. Dopo il tribolato divorzio dei genitori, la madre ha perso la custodia dei figli. I tre lasciano il Kansas, di notte, e viaggiano verso ovest, verso la periferia brulla e assolata di Albuquerque, in New Mexico, per ricominciare una nuova vita insieme. All’inizio tutto sembra normale: i ragazzi vanno a scuola, giocano a basket e si fanno nuovi amici. Ben presto, però, la situazione precipita: strani personaggi vanno e vengono dal loro appartamento, e il padre da distratto si fa prima lunatico, poi imprevedibile e infine pericoloso. Magariel firma lo straordinario ritratto di un bambino che lotta per cercare di tenere insieme i pezzi della sua famiglia, e racconta il legame feroce di due fratelli che si proteggono a vicenda da un padre di cui una volta si fidavano ma che ora non riconoscono più.