Solitudine e vita vera, Taylor scientifico e intimo – Micol Treves, LuciaLibri.it

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Sul sito di letture LuciaLibri.it, Micol Treves recensisce il romanzo d’esordio di Brandon TaylorUna vita vera.

«Il curriculum di Brandon Taylor, statunitense, poco più che trentenne, è presto fatto – scrive la giornalista. E fa capire anche che il suo primo romanzo è un’autobiografia non troppo camuffata. La vita e lo studio nei college americani è stata oggetto di svariate opere (La trama del matrimonio di Jeffrey Eugenides è un gran bell’esempio; non riuscì a resistere neanche Tom Wolfe, scrivendo Io sono Charlotte Simmons) e Una vita vera di Brandon Taylor, pubblicato in Italia dalle edizioni Codice grazie alla traduzione di Gioia Guerzoni, si iscrive a pieno titolo in questa tradizione.»

Il protagonista del romanzo, Wallace «fa i conti con vari episodi di un onnipresente razzismo, nel microcosmo essenzialmente bianco dell’ateneo (e fuori dal quale, sembra di capire, c’è la vita vera), e con i fantasmi del passato, recente e non, la morte del padre (al cui funerale decide di non partecipare) e ricordi di abusi sessuali. Traumi e dolori privati si intrecciano alla quotidianità accademica: lezioni, studio, esami, pettegolezzi.»

«Quello di Brandon Taylor – conclude Treves – è un romanzo singolare, notevole – con qualche ingenuità in certi dialoghi, con alcuni squarci gotici, dal finale aperto – perché affianca a una dettagliata, e si potrebbe dire quasi scientifica, analisi psicologica, cioè a un viaggio nella mente e nelle ferite del protagonista.» 

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