Nel blog La 27esima Ora del Corriere della Sera, Valeria Palumbo approfondisce Il morbo dei dottori di Sherwin B Nuland, e la storia di Semmelweis, il medico che a metà Ottocento scoprì il rapporto tra decessi delle partorienti e la necessità di lavarsi le mani.
«Lavatevi le mani. È più di un tormentone: è una sorta di slogan dei nostri tempi. Ma anche la nostra vera ancora di salvezza. Eppure, per quanto ancora inascoltato, è molto più antico di quel che si potrebbe pensare. Già nell’XI secolo Trotula, la più celebre delle mediche della Scuola salernitana, invitava le levatrici a lavarsi le mani prima di aiutare una donna a partorire». «Quasi mille anni dopo, nella seconda metà dell’Ottocento, un medico ungherese, Ignác Semmelweis, nato nel 1818, si rese conto che era l’unico sistema per salvare le donne dalla febbre puerperale che le uccideva. Di Trotula è stata addirittura messa in discussione l’esistenza (una donna che scrive trattati di medicina, ma scherziamo?!). Lui è morto in manicomio nel 1865 (mettere in dubbio le certezze dei medici e accusarli di essere la causa dell’infezione: ma scherziamo?!)».