Su Donna Moderna Elisa Venco intervista Eva Illouz, che nel suo recente La fine dell’amore analizza le ragioni della fragilità dei rapporti di coppia nella nostra società ipertecnologica.
Alla domanda sull’impatto della tecnologia nelle relazioni, la studiosa israeliana risponde che «con la sua offerta enorme il web ha aumentato a dismisura la difficoltà di riconoscere la cornice in cui ci si sta muovendo, e quindi di prevedere come proseguiranno le cose. Chi ti contatta online vuole una storia di una notte o una relazione? Questa incapacità di decifrare le intenzioni altrui aumenta il rischio che le aspettative di due persone non coincidano. Inoltre, oggi si cerca di non mostrarsi “appiccicosi”, di non proiettare il bisogno che si ha dell’altro come requisito chiave delle relazioni, specie all’inizio. Ma questo impedisce a chi lo desidera di chiedere un impegno. Magari lo vuoi, ma non osi dirlo. E poi, anche quando una realzione sembra avviata, dato che non c’è sanzione morale per chi lascia o sparisce, aumenta il rischio che i due membri di una coppia interpretino in modo diverso il legame o che uno dei due di colpo cambi idea».
Come lei stessa premette, forse suonerà retrogado, ma per Eva Illouz «la modernità non ha aiutato le donne. È sacrosanto sentirsi libere di fare l’uso che si vuole del proprio corpo. Tuttavia, sappiamo che esiste ua “presisone sociale” a mostrarsi disponibili: molte dicono di sì quando in realtà non ne sono del tutto convinte, lasciando che siano i maschi a decidere qualche comportamento sia sexy. Io credo che dovremmo slegare la percezione del nostro valore da giudizio che gli uomini hanno di noi. Se non abbiamo un compagno non è perché non siamo attraenti o non ci stiamo, ma è perché il sistema in cui nasocno le relazioni è squilibrato e imperniato su criteri che ci penalizzano a favore degli uomini, che spesso scelgono privilegiando la novità rispetto alla creazione di un legame. Ma, va detto, soffrono anche i maschi, come dimostra il caso degli incel, i celibi volontari, che non torvano nessuna partner. La sfida è capire cosa possiamo decidere da soli, quali relazioni possiamo creare in un contesto che in teoria vede nella coppia il modo di realizzarsi, ma nella pratica ha reso le relazioni una minaccia alla propria autostima. Obbligandoci a scegliere: o noi o loro».