Neuroeconomia, che emozione!

Domenica - Il Sole 24 Ore

«Se la nostra mente fosse governata esclusivamente da processi di tipo riflessivo e deliberato, e il nostro cervello costituito dalla sola corteccia prefrontale (quella parte, cioè, che più di tutte ci differenzia dai rettili e dagli altri mammiferi, dove hanno sede le facoltà cognitive “superiori”), allora la microeconomia tradizionale potrebbe anche essere una buona teoria delle scienze reali. Ma così non è. Nell’ultimo decennio le neuroscienze cognitive hanno cominciato a svelare i nostri più intimi istinti economici quando traffichiamo con il rischio e l’incertezza, con i guadagni e le perdite, quando interagiamo con gli altri, cooperando o defezionando, fidandoci di loro oppure punendoli per aver agito violando una norma sociale. Christian Schmidt mostra perché i primi risultati della neuroeconomia -un programma di ricerca giovane ma in grandissima espansione- ci obblighino a ripensare alcuni dei presupposti al centro dell’analisi economica. Lo fa partendo da una delle più affascinanti scoperte della neurobiologia della decisione: il processo decisionale non è riducibile a “un modello logico ipotetico che, teoricamente, permette ad agenti onniscienti di individuare una o più opzioni ottimali in funzione degli obiettivi che si sono prefissati”; è piuttosto il risultato di un’incessante interazione tra processi automatici e processi deliberati, tra affetti e cognizione. Questo è quanto emerge dallo studio delle specificità anatomofisiologiche del nostro cervello così come consentito dalle moderne tecniche di neuroimaging. Dopo Darwin e Copernico, le neuroscienze della decisione infliggono l’ultimo duro colpo al nostro egocentrismo, per farci scoprire che non siamo più al centro neppure di noi stessi, “in virtù del fatto che molti dei meccanismi neurali coinvolti nella decisione sono automatici o perlomeno esulano dalla coscienza del decisore”. Altro che logica della scelta!»

Matteo Motterlini, Domenica Il Sole 24 Ore (per continuare a leggere, scarica il PDF a lato).

 

Christian Schmidt - NeuroeconomiaPrendere decisioni è sempre stata considerata, soprattutto in economia, un’attività razionale e consapevole, in cui l’individuo che decide agisce solo in base alla massimizzazione dei propri interessi. Ma l’uomo non è solo un animale razionale: propensione al rischio, paura, rimpianto, ambiguità, empatia, sono tutte sfumature che spesso accompagnano le nostre scelte. La neuroeconomia, recente e affascinante frutto del dialogo tra economia, psicologia e neuroscienze, ha dimostrato che, accanto al lato razionale, nel processo decisionale hanno un ruolo fondamentale le emozioni e i processi mentali involontari. Come facciamo le nostre scelte? In che modo valutiamo i possibili rischi? Come interagiamo con gli altri? Christian Schmidt offre con Neuroeconomia una delle più aggiornate e complete panoramiche su una disciplina che sta aiutando a capire i meccanismi alla base del comportamento umano.