Nella sua rubrica sul Nuovo quotidiano di Puglia “I resti di Babele”, Antonio Errico parla del Libro dei numeri e di Joshua Cohen, in particolare della “lotta” fra internet e letteratura.
Già interrogato a proposito, Joshua Cohen aveva risposto che la competizione non esiste, perché «Internet ha già vinto, come prima ha vinto la televisione, e prima ancora la radio e il giornalismo». Sempre secondo l’autore del Libro dei numeri, la letteratura sopravviverà solo fino a quando continuerà a perdere, perché «non è azione, non vince battaglie. Serve a raccontare segreti che non si pososno trovare da nessun’altra parte; chi scrive chiede a uno sconosciuto di annettergli parte della sua mente, in modo che da sconosciuto possa diventare intimo».
E se anche per Errico la battaglia non ha ragione di essere perché «Internet e letteratura hanno natura diversa, finalità diverse, producono esiti diversi», la letteratura forse è anche azione, perché quando «penetra nell’universo interiore di qualcuno in realtà sta compiendo un’operazione di trasformazione della condizione intime, profondissima dell’essere».