«I codici con cui un’organizzazione vasta e complessa come Google mappa lo stato dell’intero universo digitale discendono dai primi codici del metodo Monte Carlo, quelli che Klàri von Neumann scrisse mentre fumava le Lucky Strike dello spaccio militare di Los Alamos, scrive George Dyson , storico delle tecnologie, nel suo libro sulle origini dell’universo digitale, La cattedrale di Turing.
Il marito di Klàri, John von Neumann, Enrico Fermi e Stanislaw Ulam concepirono l’algoritmo Monte Carlo (battezzato così in onore delle case da gioco del principato monegasco e agli dei capricciosi dell’azzardo) per costruire simulazioni e venire a capo dei complessi calcoli statistici su cui si fondano la tecnologia delle bombe nucleari e quella dei calcolatori. Nella matematica che traccia i percorsi dei motori di ricerca lungo le strade del web, ci sono le impronte genetiche di un’evoluzione straordinariamente veloce, dal Progetto Manhattan e dalle prime macchine a schede perforate, su su fino all’iPhone 5 e all’ultima versione di Windows.
Antonio Rubino, nelle sue Fiabe del tempo futuro, che uscivano sul Corriere dei Piccoli a metà degli anni Trenta, già aveva capito l’essenziale: “Grazie alle macchine potrà il più tonto / leggere, scrivere, fare di conto: / speciali scatole a manovella / daranno i compiti già messi in bella”. Gli mancava, però, una rima con ‘intelligenza artificiale’. A ciò provvede Dyson raccontando l’intera storia dell’universo digitale».
Diego Gabutti su Sette – Il Corriere della Sera (per leggere l’articolo completo, scarica il PDF a lato).
Sto lavorando a qualcosa di molto più importante della bomba. Sto lavorando a un computer.
John von Neumann, 1946
La tecnologia più esplosiva del ventesimo secolo non è stata la bomba atomica, ma il software. Ed entrambe sono state create dalle stesse persone.
Kevin Kelly