«Nell’attualità di un pensatore si possono cercare strumenti di critica al presente o elementi utili a legittimarlo. É certamente del secondo tipo l’attualità che si cerca oggi di attribuire ad Albert Camus (Mondovi, Algeria, 1913 – Villeblevin, Francia, 1960), uno dei maggiori scrittori e filosofi del Novecento, in occasione di questo suo primo centenario. I temi della sua opera attraversano i maggiori campi di tensione filosofica del secolo appena trascorso: il rapporto tra l’uomo e la storia, quello tra morale e politica, il diritto alla violenza rivoluzionaria da parte degli oppressi. Contro la metafisica dello Stato che nelle filosofie a sfondo idealistico-hegeliano crea e dispiega finalisticamente l’uomo, Camus ha affermato l’individuo concreto, radicalmente collocato nella finitezza del presente. L’uomo di Camus si rapporta a una realtà priva di Dio, in cui lo stato di tradizione hegeliana non è che il tentativo di deificare l’oppressione dell’uomo sull’uomo.
All’individuo concreto non si offre che la possibilità della rivolta morale: da un lato demistificare la deificazione della Storia come finalismo collettivo, e dall’altro provare a medicare l’assenza di finalità e senso che caratterizza la natura, cioè l’assurdo nel quale siamo collocati, attraverso la scelta di combattere il dolore dei singoli senza barattarlo con astrazioni -destini e felicità future, nuovi ordini, etc-.
Posto che l’uomo è condannato ad essere un Sisifo che lotta senza fine con l’assurdo naturale, egli deve lottare anche per provare a “immaginare Sisifo felice” (A. Camus, Il mito di Sisifo, 1942). Camus rifiutò la violenza rivoluzionaria che sacrifica concrete vite umane in nome di una giustizia futura, e affermò il concetto di rivolta etica contro ogni omicidio nel saggio L’uomo in rivolta (1951): ciò determinò la frattura definitiva con Jean Paul Sartre, sostenitore invece della violenza rivoluzionaria. In merito a ciò, oggi si parteggia graniticamente per Camus, ritratto come un “libertario” e pacifista, per giunta coerente fino in fondo: su questo la saggistica seria (Paolo Flores d’Arcais, Albert Camus filosofo del futuro, Codice Edizioni) e i pamphlet pieni di astio da talk-show convergono».
Sonia Gentili, Il Manifesto (per continuare a leggere, scarica il PDF a lato).
A cinquant’anni dalla morte improvvisa in seguito a un incidente automobilistico, Albert Camus continua ad essere uno degli scrittori più letti al mondo. Lo straniero e La peste continuano a coinvolgere e appassionare i giovani di ogni nuova generazione. Camus è stato però anche un grande filosofo, ed è proprio al Camus filosofo, al pensatore dell’“esistenza assurda” e della speranza attraverso il principio “solitaire, solidaire”, che è dedicato questo piccolo libro di Paolo Flores d’Arcais.