Molti ambiscono a scrivere storie in grado di lasciare il pubblico incantato, ma non tutti sanno che per riuscirci è necessario rifarsi ai meccanismi di funzionamento del cervello. Lo spiega bene Will Storr nel suo La scienza dello storytelling, recensito da Walter Caputo per il blog Gravità Zero.
Prima di tutto bisogna creare «un mondo all’interno del quale porteremo in giro il lettore», continua Caputo, descrivendolo nel dettaglio. Una buona dose di suspence servirà invece a tenere viva l’attenzione del pubblico. La nostra mente tenderà poi a seguire alcuni schemi, perciò «se le storie devono piacere al nostro cervello, esse devono contenere un certo numero di rapporti causa-effetto».
I consigli di Storr spiegano non solo come elaborare storie che “funzionino”, «ma anche perché certe storie non ci sono piaciute». In questo modo, il libro di Storr «riesce anche a dirci qualcosa di più su noi stessi e sul nostro comportamento». «Fluido, come un’opera letteraria ben fatta» La scienza dello storytelling «ci insegna – in modo incisivo e divulgativo – parecchi aspetti del nostro cervello».