«In Scoperta, Defez non riaccende il bollitore d’acqua calda dei luoghi comuni, ma prova a concentrare in una serie di passi proattivi una delle modalità di recupero dell’efficienza del sistema Paese. «La prima cosa da chiarire è che io non mi accodo a chi chiede più finanziamenti per la ricerca. Investire in ricerca è fondamentale, ma in questo momento si può migliorare la situazione anche senza aumentare la spesa. […] I cervelli che espelliamo ci sono costati 300mila euro l’uno per il ciclo completo di istruzione. Perdere quelli davvero bravi, capaci di drenare risorse, che depositano brevetti e raccolgono finanziamenti internazionali, significa perdere 21 miliardi di euro l’anno. I cervelli di oggi sono i nostri monumenti dell’età classica o del Rinascimento».
In Scoperta Roberto Defez mostra come la ricerca scientifica non sia un lusso culturale, ma la più concreta opzione per dare un futuro al Paese e alle nuove generazioni, e per far tornare una parte del fiume di giovani che abbiamo formato in Italia e che possono lavorare solo all’estero. Genera occupazione qualificata, sviluppo imprenditoriale, innovazione di prodotto, ma serve anche alla sicurezza nazionale, alla tutela del territorio e dei beni culturali. Intorno si fanno strada l’antiscienza e la nostalgia di un passato durissimo che in gran parte ignoriamo. Paghiamo il mancato rinnovamento vendendo le nostre aziende storiche. Eravamo i proprietari di piccoli ristoranti, poi ne siamo diventati i cuochi e ora semplici camerieri. Il metodo scientifico è il modo per risalire la china, per modernizzare il Paese, per compiere scelte non ideologiche in tutti i campi. Per premiare il merito e non il clan, per liberare energie e guidare il nostro futuro.