Emanuela Griglié e Guido Romeo pubblicano su Linc magazine una sintesi del loro saggio, Per soli uomini. Una riflessione sui risvolti positivi che una società più inclusiva e rappresentativa avrebbe per tutti.
«Rispetto alla fotografia scattata all’inizio degli anni Novanta da Carol Tavris nel suo ficcante e indispensabile The Mismeasure of Woman, i passi avanti sono molti. L’eterno soffitto di cristallo del potere maschile scricchiola» scrivono i due giornalisti. «Ma poi leggiamo i desolanti risultati dell’indice di genere del Forum per lo Sviluppo delle Nazioni Unite: nove persone su dieci hanno ancora pregiudizi contro le donne. L’occupazione femminile non decolla, complice anche il Covid-19 che rischia di riportare l’equilibrio familiare agli anni Cinquanta».
«L’l’impressione» però «è che quel benedetto soffitto non crolli davvero mai; o meglio, sembra che sopra se ne celi un altro, assai meno visibile e ben più complesso da smantellare. È l’impalcatura dei dati su cui è costruita la conoscenza che governa il mondo contemporaneo. Nell’era dei big data è sempre più cruciale nel determinare non solo come vengono progettate le nostre auto e le nostre città, ma anche come funzionano numerosi farmaci salvavita e come si comportano i sistemi di intelligenza artificiale oggi sempre più pervasivi».
Per soli uomini «vuole essere proprio questo: un viaggio esplorativo nel maschilismo dei dati e un tentativo di evidenziare casi virtuosi in cui lo si contrasta per creare un mondo migliore non solo per le donne, ma per tutti».