Il lessico delle élite eque e solidali

Il manifesto

«Il concetto di progresso non gode di ottima stampa. La visione di uno sviluppo storico rivolto a un costante, per quanto graduale miglioramento delle condizioni di vita di uomini e donne nel pianeta è stata più volte stigmatizzata. L’autore che meglio ha compreso l’impossibilità di descrivere la vita la storia in questo modo, facendo leva non solo sulle dinamiche sociali, ma in base anche del ruolo svolto dalla tecnologia è stato Walter Benjamin. Le sue tesi sulla filosofia della storia continuano ad essere una miniera di spunti e sollecitazioni per chi voglia misurarsi, appunto, con la crisi dell’idea di progresso. Ci sono tuttavia alcuni studiosi che riabilitano una visione lineare, progressiva del tempo storico, facendo leva sul ruolo ovviamente progressivo delle tecnologie, attingendo a piene mani nella teoria dell’evoluzione di Charles Darwin, incuranti dell’invito di un grande studioso come Stephen Jay Gould a non cadere in una asfittico determinismo. Fa parte di questa schiera di visionari che con ottimismo guardano al presente come un esempio tangibile di progresso sociale, economico e politico Steven Johnson, storico della scienza e divulgatore scientifico che, nel pieno della più radicale crisi economica che il capitalismo conosce dagli anni Trenta ha pubblicato il consolatorio saggio Un futuro perfetto. Una pubblicazione tuttavia meritoria, perché le tesi espresse dall’autore sono esemplificative di una diffusa convinzione sulle virtù salvifiche della tecnologia digitale, che favorisce l’emergere di «architettura sociali» propedeutiche appunto all’avvento di un futuro perfetto al riparo da crisi».

Benedetto Vecchi, Il manifesto (per continuare a leggere, clicca QUI).

 

Steven Johnson - Un futuro perfettoUn futuro perfetto è il ritratto di una nuova visione del mondo, in totale rottura con le categorie tradizionali del pensiero liberale o conservatore. Steven Johnson propone un modello di sviluppo basato sulle ‘peer network’, le reti di pari capaci di trasformare ogni settore economico e politico in una realtà decentralizzata e partecipata, dai governi locali ai movimenti di protesta, dal giornalismo ai nuovi modelli di assistenza sanitaria. Johnson esplora questa idea di progresso narrando una serie di vicende affascinanti, tra cui la progettazione del sistema ferroviario francese, la battaglia contro la malnutrizione in Vietnam o i curiosi “eventi dello sciroppo d’acero” e del servizio 311 a New York. In un momento storico delicato, in cui il sistema politico appare irrimediabilmente intasato di vecchie idee, Un futuro perfetto dimostra che il progresso non solo è ancora possibile, ma può assumere nuove forme.