Davide Coero Borga sarà a Milano domenica 13 gennaio alle 11.30.
Presenterà La scienza dal giocattolaio alla Feltrinelli di Corso Buenos Aires 33, all’interno dello Spazio Kidz. Insieme a lui dialogheranno Lucia Cordero di Donna Moderna e Valeria Balocco di Marie Claire -che ha scritto la recensione che vi proponiamo qui di seguito-:
«Forse non sapete che: l’Hula Hoop è un gioco inventato nel 500 a.c. e che è un giocattolo da premio Nobel?
Che il Monopoli, nato nel 1935, è il gioco da tavola più giocato della storia e che, secondo la Hasbro (che ne detiene i diritti), si contano oltre 800 milioni di persone?
E che il cubo di Rubik, pur potendo assumere miliardi di combinazioni, può essere risolto in soli 20 mosse?
E che la Barbie venne ideata e creata dalla moglie di di Ruth Handler fondatore (insieme a Harold Matson) della Mattel per la figlia di nome Barbara?
Ma anche che il Piccolo Chimico degli anni Cinquanta (che allora costava ben 50 dollari) era pericoloso perché conteneva quattro isotopi di uranio radioattivo?
Segreti racchiusi in un interessantissimo e bellissimo libro-manuale: La Scienza dal Giocattolaio di Davide Coero Borga (Codice Edizioni, euro 24,90), manuale per adulti e bambini curiosi di conoscere i misteri che si celano dentro e fuori i loro giocattoli preferiti. Un catalogo ragionato e dettagliato dove – partendo dall’aquilone fino ad arrivare al Lego in ordine cronologico – si descrivono (con tanto di carta d’identità) 31 giochi per scoprire quanto scienza e giocattoli siano strettamente legati tra loro e siano “fedele riflesso della società in cui viviamo”».
(Per continuare a leggere l’articolo di Valeria Balocco su Marie Claire, clicca QUI)
«Quanta scienza si nasconde nei giocattoli! Ad esempio, sapete quanti ingegneri ci sono fra i progettisti del Meccano? E quanta fisica c’è nel lancio di una Hot Wheels su una curva parabolica? L’autore Davide Coero Borga porta i bambini alla scoperta di queste e altre curiosità scientifiche che riguardano i giochi con cui i piccoli si divertono ogni giorno. Qualche esempio? Oggi i Lego vengono utilizzati per simulare gli spostamenti dei robot su Marte. Mentre negli anni cinquanta una versione deluxe del Piccolo Chimico conteneva quattro diverse tipologie di uranio. Cosa ne direbbero i genitori di oggi?»
Davide Coero Borga, La scienza dal giocattolaio