Gianmichele Laino ha intervistato per Giornalettismo Joshua Cohen, di recente premiato con l’Art for Peace Award dalla Fondazione Veronesi per il suo Libro dei numeri.
Il mondo è molto diverso rispetto al 2015, anno di stesura del Libro dei numeri. Secondo Joshua Cohen, «basta vedere anche quello che è successo nell’ultimo paio di mesi, ci sono state delle cose che davvero hanno fatto dei grandi passi in avanti. Oggi l’intrattenimento è la cosa a cui la gente sembra tenere di più, sembra quasi che ci sia solo questo nelle loro vite, visto che la realtà dei fatti è molto scomoda. Per questo le persone si sentono più a loro agio con l’immagine della realtà che loro stesse si sono costruite. Credo che vogliano rinunciare completamente alla verità in favore della rappresentazione, che spesso viene alimentata da internet e dai social media. Le persone preferiscono avere a che fare con un certo grado di falsità».
«A questo punto, però, la questione diventa se c’è modo – qualche modo – di tornare indietro: “Certo” conclude Cohen, “non credo che ci siano molte possibilità da questo punto di vista. Non c’è di sicuro quella fiducia nel futuro e nella novità che c’era nel 2015. Quando stavo scrivendo il mio libro ero già consapevole che alcuni strumenti potevano essere utilizzati per corrompere l’integrità delle persone. Tuttavia, nonostante la presenza di Donald Trump alla Casa Bianca, abbiamo scoperto che nemmeno una figura così negativa è riuscita a utilizzare questi strumenti per questo scopo. Ciò mette in evidenza come nel mondo, oggi, ci sia meno capacità di quanto potessimo pensare di sfruttare questi aspetti della tecnologia”».