Parecchi decenni fa Mike Bongiorno squalificò la fantascienza come «fanta-scemenza». Non aveva tutti i torti, perché la fantascienza del cinema e della tv (discorso diverso per la letteratura) era davvero un po’ leggerina, poco attenta al rigore scientifico che dovrebbe qualificare il genere: un’ipotesi ardita deve comunque essere sensata, e una volta fatta, va sviluppata con coerenza. Ma questo succedeva di rado. Adesso le cose sono molto diverse, le serie di telefilm hanno consulenti scientifici prestigiosi per garantire questo rigore; sempre, o quasi. Ci ha scritto un libro Andrea Gentile, che già ha avuto successo con «La scienza sotto l’ombrellone», e ora torna in libreria con La scienza delle serie tv. Luigi Grassia ne scrive sull’inserto TuttoLibri della Stampa.