«Il libro di Michael Gazzaniga, Chi comanda? Scienza, mente e libero arbitrio (Codice Edizioni) ci racconta, con buona capacità divulgativa, lo stato dell’arte neuroscientifica: cosa abbiamo capito della nostra mente. Come raffiguriamo il mondo? Siamo liberi? Quello che ho dentro (in fondo all’anima, per chi ci crede, o in fondo alla coscienza) è il prodotto di un omino che muove i fili, appunto, irriducibile perché sincero e autentico? Fino ad ora le suddette questioni sono state patrimonio delle scienze umanistiche e tuttavia, con un po’ di umiltà, bisogna riconoscere che le recenti scoperte della neuroscienza sono molto affascinanti.
Lo è anche il percorso metodologico. Infatti Gazzaniga ci suggerisce: per cercare queste risposte dobbiamo indagare non solo sulle reti neuronali -i capitoli più belli del libro ci spiegano che grazie all’emisfero destro elenchiamo le cose che vediamo, poi, con il sostegno dell’emisfero sinistro, le interpretiamo e spesso le interpretazioni dell’emisfero sinistro non concordano con quello destro, ma è necessario esaminare anche i caotici incidenti che ci hanno portato fin qui.
La nostra mente non è una tabula rasa, pura e scintillante, al contrario è un prodotto derivato, il derivato di una particolare e caotica e contaminata storia evolutiva. Quindi, per raccontare il libro, è utile un breve riassunto dei fatti fin qui accertati. Il Big Bang risale a 13,7 miliardi di anni fa, la Terra è vecchia di 4,6 miliardi di anni, la vita sul nostro pianeta è apparsa (relativamente) presto, 3,8 miliardi du anni fa. Circa 130 milioni di anni fa, le gimnosperme (sequoie, conifere) cedettero il posto alle angiosperme (le piante da fiore). Le angiosperme si diffusero con grande facilità e crearono un sottobosco variegato, cioè con più nicchie evolutive: termiti, formiche, api e altri insetti eusociali -che come noi proteggono il nido e il territorio- nascono allora. Circa 5 milioni di anni fa un cambiamento climatico (il sollevamento dell’istmo di Panama) fu causa di un’era glaciale, così l’ambiente arboreo -umido e ombroso- cambiò aspetto: diventò savana. In quest’ambiente alcune scimmie antropomorfe, che avevano sviluppato un’andatura bipede, acquisirono un vantaggio evolutivo. Bipedismo significa mani libere».
Antonio Pascale, La Lettura – Corriere della Sera (per continuare a leggere, scarica il PDF a lato).
Una domanda domina la nostra vita: siamo macchine, seppur biologiche, quindi sistemi del tutto deterministici, o siamo liberi di scegliere come vogliamo?
Michael Gazzaniga
I grandi temi della scienza sono gli attrezzi del mestiere di Michael Gazzaniga
The New York Times