Il sottotitolo di «Scoperta», che esce il 15 febbraio in libreria per Codice Editore, è: «Come la ricerca scientifica può aiutare a cambiare l’Italia». Direbbe De Gaulle che questo «è un vasto programma». Ossia un progetto irrealizzabile. Forse. Anzi, probabilmente è solo una pia illusione, quella di voler cambiare il Paese.
In Scoperta Roberto Defez mostra come la ricerca scientifica non sia un lusso culturale, ma la più concreta opzione per dare un futuro al Paese e alle nuove generazioni, e per far tornare una parte del fiume di giovani che abbiamo formato in Italia e che possono lavorare solo all’estero. Genera occupazione qualificata, sviluppo imprenditoriale, innovazione di prodotto, ma serve anche alla sicurezza nazionale, alla tutela del territorio e dei beni culturali. Intorno si fanno strada l’antiscienza e la nostalgia di un passato durissimo che in gran parte ignoriamo. Paghiamo il mancato rinnovamento vendendo le nostre aziende storiche. Eravamo i proprietari di piccoli ristoranti, poi ne siamo diventati i cuochi e ora semplici camerieri. Il metodo scientifico è il modo per risalire la china, per modernizzare il Paese, per compiere scelte non ideologiche in tutti i campi. Per premiare il merito e non il clan, per liberare energie e guidare il nostro futuro.