Così Einstein fu salvato dai chirurghi (e Houdini no) – Giuliano Aluffi, il Venerdì

Il Venerdì

Il Venerdì di Repubblica dedica un articolo a Sotto i ferri di Arnold van de Laar.

Il saggio ripercorre la storia della chirurgia in ventinove celebri operazioni, e non mancano i particolari “forti”, soprattutto quando si parla di interventi praticati prima dell’avvento dell’anestesia. Prima che si potessero sedare i pazienti, «l’unico modo per ridurre la sofferenza era la rapidità: il chirugo inglese Robert Liston ne fece un’arte, invitava il pubblico a cronometrare i suoi interventi, quando aveva bisogno di liberarsi stringeva le legature con i denti, e riusciva ad amputare una gamba in meno di trenta secondi».

«”Per Liston”, detto ‘Il coltello più veloce del West End’, la precisione era meno importante della velocità” sottolinea Van de Laar. “Il suo infortunio più eclatante fu un intervento in cui per la fretta ferì una mano al suo assistente, e il sangue sgorgava copioso sia dalla mano ferita che dalla gamba del paziente, che un membro del pubblico morì di infarto, mentre paziente e assistente morirono di gangrena. Fu l’unico intervento della storia della chirugia con un tasso di mortalità del 300 per cento”».

A questo link l’articolo completo.

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